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IL POSTO DELLE FRAGOLE regia di Ingmar Bergman

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Ivs82     10 / 10  14/08/2006 18:44:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In tutti noi c’è un “posto delle fragole”. E’ il luogo della memoria e del dolce ricordo. Un approdo sconosciuto e insignificante per gli altri,ma cosi’ familiare e sicuro per noi.
Spesso è legato all’infanzia: l’età dei sogni,delle passioni,delle speranze che non hanno ancora preso forma. Un luogo amato e idealizzato che rappresenta allo stesso tempo punto di partenza e di arrivo nel cammino circolare dell’esistenza.
E proprio in esso si imbatterà Isak Borg,luminare della medicina che dovrà recarsi a Lund per ricevere una prestigiosa onorificenza accademica. Borg è un vecchio egoista,cocciuto e scontroso e dalle sue azioni sembra trasparire un’anima arida priva di qualunque slancio emotivo. Ma in base alla poetica bergmaniana secondo cui a ognuno è concesso il riscatto morale anche lui troverà la via del cambiamento e della redenzione.
L’occasione gli verrà data proprio dal viaggio: una sorta di “via crucis”in cui il protagonista si troverà a confrontarsi con se stesso e a tracciare un amaro quanto inaspettato bilancio esistenziale. Quella del professore sarà infatti un’analisi lucida e sofferta in cui egli sarà allo stesso tempo imputato e giudice,vittima e carnefice: quasi non ci fosse spazio per il giudizio divino ma solo per il pentimento umano.
Ed è questo uno dei temi portanti dell'opera: la fiducia nell’individuo e nella possibilità che questo si possa riscattare attraverso la solidarietà umana. Borg riporrà infatti le sue speranze e i suoi sogni mai realizzati nel gruppo di giovani che l’ha accompagnato durante il viaggio; un ideale passaggio di consegne che gli permetterà di trovare la “pace dei sensi” e di guardare con più serenità e meno rassegnazione alla morte. Bergman,con uno stile che mescola e sovrappone continuamente i piani della divagazione onirica e del realismo quotidiano,ci accompagna sapientemente in questo atipico road movie. E lo fa con estrema intelligenza e sincera commozione. Il suo è infatti uno stile asciutto,essenziale,depurato da ogni facile sensazionalismo. Quella che filma assume i toni di una cruda poetica del quotidiano che rimanda a Bresson ma la contamina con una profonda compassione e un ottimismo di marca quasi chapliniana.
Una teoria dell’”eterno ritorno” (all’infanzia,alla famiglia,alla purezza dei sentimenti) che trova la sua perfetta sintesi espressiva ed emotiva nel viso segnato,malinconico e infine sereno di Vicktor Sjostrom.
E il “posto delle fragole” è un capolavoro proprio perché passa con insuperabile maestria dai toni del racconto intimo a quelli dell'apologo universale. La morale è che solo analizzando noi stessi possiamo capire gli altri portandoli a condividere un frammento della nostra intimità. E aprendogli cosi' le porte del nostro “posto delle fragole”.
ibrahimovic83  09/01/2007 18:58:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho parole... Commento Insuperabile!!!
amterme63  16/08/2006 15:54:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravissimo/a. Complimenti!
ds1hm  30/08/2006 12:41:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e già solo 6 voti ma tutti argomentati in maniera eccellente...veramente bravo!!!!!