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UNA STORIA VERA regia di David Lynch

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amterme63     9 / 10  03/10/2007 22:19:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un’elegia sulla vecchiaia. Il tono che prevale è quello sentimentale e poetico su quello materiale e realistico. Si cerca di far entrare lo spettatore nelle emozioni di un anziano un po’ speciale. Alvin è una persona che ha vissuto e creduto in valori fondamentali, come quello di patria e famiglia. Lo ha fatto però in maniera non acritica. I momenti di difficoltà sono stati tanti: la chiamata della patria gli ha fatto toccare con mano l’orrore e il paradosso di uccidere un amico; la famiglia è stata fonte anche di tanti dolori. Eppure la forza e la fiducia nel sentimento, nel linguaggio muto dello sguardo e dei sensi nascosti, prevale nonostante tutto. Il corpo ormai è in decadenza, ma non l’emozione, la voglia di guardare il cielo stellato. Non è mai troppo tardi per appianare contrasti o riallacciare vecchi rapporti. E’ il sentimento che conta, più che la materialità.
Tutto quanto viene reso sentimentale nel film, anche l’ambiente che circonda Alvin. Lynch ci regala delle bellissime riprese dall’alto di splendidi paesaggi, di albe e cieli stellati. La splendida musica fa il resto, rendendo tutto estremamente spirituale e poetico. L’enorme abilità di Lynch di far capire gli stati d’animo con le immagini è tutta nella scena finale, dove uno sguardo spiega più di cento parole.
Ho avuto però l’impressione che ci fosse quasi una sorta di ottimismo del sentimento che rende il tutto un po’ troppo particolare e forse un po’ lontano dalla realtà. Forse a Lynch interessava semplicemente isolare una parte del mondo umano nella sua purezza e donarcela nella forma più appropriata possibile. Per questo ha isolato e esaltato il bello e il poetico del mondo, come pure in Inland Empire ha isolato il peggio nella forma esteticamente più intensa e sconvolgente possibile.