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ITALIANO MEDIO regia di Maccio Capatonda

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julian     8 / 10  26/02/2015 19:37:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Maccio lanciava i suoi primi finti trailer nei programmi della Gialappa's, anzi ne è passata anche troppa considerata la velocità con cui ultimamente i vari "fenomeni" del web e del piccolo schermo sono passati al grande (Zalone, Matano, quel fesso di Ruffini, I soliti idioti, Pio e Amedeo ecc.).
La pretesa di fare un film ormai sembra dovuta a chiunque diventi virale su internet o ingarri una battuta in televisione e quel che è peggio è la complicità dei produttori, che pur di mettere qualcosa in tasca violano senza ritegno la sacralità di quella che considero ancora un'arte.
Questo discorso - e altri ancora - si può applicare anche al nostro Marcello Macchia, che col suo gruppo sgangherato di non attori ha da sempre sbugiardato la banalità del cinema di intrattenimento e ne ha fatto la sua forza.
Di sicuro neanche lui, mentre lavorava ai suoi primi poverissimi finti trailer, si sarebbe aspettato un giorno di doverne fare uno per un suo film; la contraddizione è la stessa di un'opera dada che finisce in un museo.
Maccio però è un italiano medio intelligente: già nel trailer avverte che Fellini si sta rivoltando nella tomba - riconosce di essere un estraneo al cinema - e in generale sembra aver capito che prendersi sul serio - è evidente da come si comporta nei talk show ai quali è invitato - è l'ultima cosa da fare.

Venendo al film, la curiosità di tutti stava nel capire cosa potesse esserci in un lungometraggio in più a quanto avessimo già visto. Può la comicità di Maccio, fatta di strafalcioni linguistici e paradossi logici, inserirsi in una trama convenzionale da commedia e non uscirne banalizzata ?
Premettendo che il progetto era qualcosa di ancora meno "commerciale", la risposta alla domanda è, straordinariamente, si.
Italiano Medio fa del nonsense la regola fondamentale e della demenzialità il motore dell'azione, con dei colpi di genio assolutamente degni del genere e nonostante non possa svincolarsi dallo schema parabolico del protagonista, lo fa in un modo tutto suo, facendo coincidere la vittoria sociale con la condizione moralmente più disumana e declinando, infine, nel comodo compromesso etico su cui tutti ci adagiamo.
In mezzo a questo c'è una - che può essere considerata facile, populista o quello che volete - condanna dei costumi a tutti i livelli, dalla quale pochi, o forse nessuno viene risparmiato. Non giudicherei di secondo piano, ad esempio, una serie di questioni rilevate dalla trama: il fatto che ci si interessi alle cause solo quando esse salgono alla ribalta dei media, o l'immoralità dei reality e talent i cui partecipanti vengono portati a sputare nel piatto in cui hanno mangiato fino ad allora o ancora la geniale ironia che si volge ai reality stessi - che manda quegli individui vogliosi di sfondare in tv letteralmente a zappare la terra - i quali ormai riescono a spettacolarizzare e a confezionare per lo schermo qualsiasi tipo di attività.
Mi rendo conto tuttavia dei limiti del film, del suo essere "di nicchia" ossia esclusivamente riservato ai fan secolari di Maccio e troppo legato al suo mondo già ampiamente caratterizzato (una buona parte delle battute non si colgono se non si è a conoscenza dei suoi precedenti): è per questo che non mi meravigliano i commenti scandalizzati di chi, non conoscendolo, considererà Italiano medio nient'altro che spazzatura, ritenendolo eccessivamente volgare, quando in realtà è piuttosto un ritratto iperbolico della volgarità.
Bè che dire ? Lo tratterò sempre come un trailer allungato, un qualcosa che è finito al cinema per sbaglio, consapevole di essere assolutamente fuori posto; già commentarlo e votarlo su Filmscoop mi sembra cosa alquanto insensata.
Voto simbolico, perchè fa ridere continuamente.