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ITALIANO MEDIO regia di Maccio Capatonda

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marcogiannelli     7 / 10  20/02/2015 18:22:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vi posto la mia recensione, non passata in redazione, inviata dopo aver visto il film il 30 Gennaio

Giulio Verme è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la "differenziata" in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita. L'incontro con l'agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei "Mobbasta" lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l'ennesimo fallimento. Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente.

Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, alla sua prima esperienza cinematografica da regista, non fallisce. Lo showman diventato celebre grazie agli sketch su Youtube, ai falsi trailer, alle piccole partecipazioni in programmi come Mai Dire e, infine, per la serie Mario trasmessa su MTV, ha preso spunto da uno dei suoi trailer più riusciti, ispiratosi a sua volta da Limitless, per girarci un lungometraggio. E sicuramente chi conosce Maccio non si poteva aspettare qualcosa di diverso.
Partiamo dal presupposto che questo non è un film comico ma un film che fa l'occhiolino al genere grottesco. Le scene in cui il nostro protagonista diventa un Alex DeLarge qualunque più che far ridere dovrebbero far riflettere, insomma un sorriso amaro. Ironia della sorte, è proprio la massa ignorante, l'Italiano Medio che tanto viene distrutto in questo film, così come nei lavori precedenti, il pubblico che per la maggiore si reca in sala a visionare il film, non capendone il messaggio, non riuscendo a comprenderne critica e collocazione nel genere cinematografico. Perché non si parla di un film accostabile ad una comicità in stile Boldi e De Sica, laddove le volgarità dovrebbero far ridere lo spettatore, e quindi sono fini a sé stesse, no, in "Italiano Medio" delineano il bipolarismo di Giulio, fanno parte di un progetto più grande volto a rappresentare meglio il quadro surrealista che è la nostra storia. Chi ride quindi per le malefatte di Giulio Verme è l'Italiano Medio.
Buona l'interazione del cast che ormai lavora insieme da anni, con Maccio, Herbert e Lavinia Longhi a spiccare su tutti. I tempi comici sono perfetti, così come viene scandita la storia. Molto azzeccata la scelta di richiamare con piccoli dettagli i vecchi lavori di Maccio & co., furbata per accaparrarsi i fan più stretti.
Quindi non un film per sbellicarsi dal ridere, ma nemmeno la classica commedia italiana stupida degli ultimi anni, ma un buon film di critica alla nostra società che sta sprofondando sempre di più nello squallido.
Good luck in your future endeavors, Marcello.