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FURY (2015) regia di David Ayer

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  07/10/2015 11:27:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le gesta di cinque carristi sono al centro di questo solido war movie ambientato in una Germania nazista ormai invasa dagli alleati ma non ancora disposta alla resa.
A guidare il temerario manipolo c'è Brad Pitt, nel ruolo altamente stereotipato del sergente laconico e duro in apparenza, in fondo leale e generoso. Altrettanto convenzionali sono gli uomini di cui è leader, figurine belliche già viste in tanti film tra novellini da svezzare, credenti al limite del fanatismo e pazzoidi pronti a tutto.
Il discutibile spessore dei personaggi, e l'integralista immagine del nemico descritto che peggio non si può, inficiano solo in parte il lavoro di Ayer, abile nel gestire uno script molto scorrevole e adeguatamente spettacolare in cui ai momenti di battaglia (la cosa più riuscita) si sommano passaggi più introspettivi tutto sommato mai insulsi.
Soprattutto, ad essere portato alla luce, è il contraddittorio che sta alla base dell'agire dei protagonisti; induriti da anni di campagne belliche in Africa ed Europa, costretti a perpetrare la violenza in nome della loro stessa sopravvivenza e segnati nell'anima da cose inenarrabili, millantano devozione al ruolo ma in realtà, al di là dei proclami baldanzosi, vivono in un eterno stato di insoddisfazione e paura, consapevoli di essersi macchiati nel profondo senza possibilità di redimersi.
Ayer prova quindi a restituire una dimensione umana credibile nonostante l'indiscutibile banalità dei protagonisti, e in fin dei conti vi riesce abbastanza bene.
Alcune sequenze sono molto buone: se il climax dell'impari battaglia finale è fin tropo tirato per le lunghe, lo scontro contro il Tiger tedesco è invece qualcosa di eccellente e altamente emozionante. Da non dimenticare anche la non troppo velata critica nei confronti del comportamento dei militi. A tal proposito alcuni sottintesi e la scena in casa delle due donne denuncia atti ai limiti del crimine di guerra, a sottolineare la volontà di discostarsi dalla figura del soldato americano tutta libertà e rettitudine.
Non si può gridare al capolavoro ma sicuramente "Fury" è un film ben fatto, un potenziale cult del cinema bellico con impianto scenico efficace paragonabile a quello visto in "Salvate il soldato Ryan".