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UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO regia di Mario Monicelli

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  10/05/2010 17:10:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Monicelli e i mali dell’Italia,questa volta racchiusi nelle gesta di un anonimo impiegato ministeriale,modello sconfortante di un modo di vivere consolidato e interprete di una mediocrità quotidiana spacciata per benessere.Pedina relegata ad un mondo estraniante, in cui il volontario adeguamento alla pochezza lo induce a vivere nell’illusione di un’inviolabile diritto al pretendere ed ottenere ad ogni costo,stravede per il figlio,appena diplomatisi ragioniere,unica fonte d’orgoglio in una monotonia avvilente.
Un Sordi immenso consegna alla storia cinematografica un uomo che simboleggia tutta la meschinità del borghesuccio medio contro cui Monicelli esprime il suo sdegno,non senza cercare di comprenderne l’atteggiamento sempre più orientato da un generale malcostume,originato da arroganza,burocrazia e servizi inefficienti,ipocrisia e violenza.Il film pur trattando un tema drammatico e arrivando a tramutare una nullità in qualcosa di ancor peggiore non scarseggia di situazioni mordaci dai caratteri leggeri.
Monicelli riesce a mantenere alto il suo spirito critico,non sminuendo a divertente macchietta la figura su cui si concentra,emblema di una società e di un modo di intendere e ragionare improntato su egoismo e arrivismo sfrenati,patetico ometto che nemmeno il giorno della sua pensione riesce ad uscire da schematismi allineati,constatandone così la spregevolezza anche nelle situazioni più ordinarie.
Grigio come la Roma in qui si svolgono i fatti l’impiegato rivela qualcosa di tremendamente oscuro nel momento in cui viene a mancare la sua unica ragione di vita,la propria (bassa) moralità crolla definitivamente portando in superficie la totale anarchia nei confronti di un basilare rispetto sociale.
Eccellente.