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UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO regia di Mario Monicelli

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THE_FEX84     9 / 10  22/02/2008 17:59:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Monicelli ha ancora una volta modo di dire la sua sul periodo più nero che stava vivendo l'Italia in quel periodo,dove le contestazioni giovanili e gli attentati terroristici erano all'ordine del giorno,e il terrore era sempre in agguato anche per il cittadino più ignaro.Tratto dal bel libro di Vincenzo Cerami(che si ritenne soddisfatto del lavoro svolto da Monicelli),il film resta uno specchio agghiacciante e veritiero di ciò che il nostro Paese stava subendo negli anni 70, e lo rappresenta con un personaggio che all'inizio appare fiducioso nei confronti del futuro anche per merito di un figlio su cui ha riposto gran parte delle sue speranze,ma che poi,una volta avvenuta la sua tragica scomparsa,esplode in un cinismo vendicativo(che era presente in misura minore sotto forma di altri vizi)che in fondo apparteneva a un'intera classe sociale tronfia e incapace di migliorare le cose,sempre sul punto di scoppiare,ma in fondo impotente.Da questo punto di vista,Monicelli trasforma il film in una vera e propria parabola sul cittadino medio stanco di guardare e di subire in silenzio, ma bisognoso per forza di cose di reagire all'ostilità e all'indifferenza che si era creata,facendolo dopo aver somatizzato il dolore e la sofferenza,conscio di non riuscire a cambiare più nulla dell'atmosfera lugubre e inquietante che si era creata con l'arrivo dei cosiddetti anni di piombo.Mette i brividi la sequenza nerissima delle bare accatastate al cimitero,perfetta sintesi del periodo contrassegnato dalla perdita costante di innumerevoli vite,private pure del riposo eterno a causa di una burocrazia deplorevole ignara del dramma della perdita.Grande prova di Sordi(che i critici più sbrigativi l'hanno etichettata come totalmente drammatica,mentre Sordi,con il dramma non ha mai avuto a che fare dato che certi film come"La grande guerra"e"Tutti a casa"si ricordano con affetto grazie anche ai toni ironici che il grande attore ha saputo dare in ogni sua prova,e che pure qui sono presenti nella prima parte del film)che oscilla magistralmente tra il tragico e il grottesco,raggiungendo dei vertici espressivi successivamente mai più replicati e contribuendo alla definitiva chiusura della gloriosa commedia all'italiana(non è un caso se Monicelli ha definito questo film"la pietra tombale della commedia all'italiana").Ottimo e ben diretto anche il resto del cast,tra cui una Winters sommessa che si contrappone perfettamente a Sordi,e un memorabile Valli,forforoso e caricaturale capoufficio.