caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

I ORIGINS regia di Mike Cahill

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
ferzbox     8 / 10  04/10/2015 19:28:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto ad "Another earth" questo lavoro di Mike Cahill si presenta molto più profondo ed introspettivo, privo di qualsiasi espediente fantascientifico a contornare qualche situazione profonda e riflessiva; "I origins" si concentra su un concetto ed un conflitto nato dall'alba dei tempi, a cui non si è trovata mai una risposta: "...per poter comprendere i significati dell'esistenza è meglio credere nella scienza o nella fede spirituale?"
Non voglio concentrarmi troppo in ragionamenti teologici o scientifici, altrimenti mi dilungherei eccessivamente e rischierei pure di divagare, ma ci sono alcuni punti di questo film che mi hanno dato da pensare...
Il giovane protagonista biologo ama affrontare la vita cercando in qualsiasi contesto non spiegabile, una ragione scientifica che possa farlo, il classico scienziato affascinato dalla sua disciplina al punto di crederci quanto una religione, con l'unica differenza che la scienza non necessita di dogmi per poter spiegare qualcosa di inspiegabile, scarta la possibilità di qualsiasi elemento astratto o divino, concentrandosi sullo studio delle mutazioni cellulari e la meccanica dei processi genetici, rafforzandosi con lo "scudo" dell'inevitabile dimostrazione dei fatti.
Nel film c'è una scena molto significativa che riassume in pochi minuti tutto il messaggio della sceneggiatura.
Nel laboratorio Ian Gray(il nostro biologo) mostra alla neo moglie l'esperimento più importante a cui stava lavorando, dimostrandogli come, attraverso ricerche avanzate, siano riusciti a donare ad alcuni vermi privi di vista, la possibilità di poter vedere.
La neo moglie, personaggio fondamentale per la storia, oltre che molto più spirituale e disinteressata agli esperimenti scientifici, chiede a Ian per quale ragione sentiva il bisogno di giocare a fare Dio; Ian risponde per dare la possibilità al verme di percepire qualcosa di cui prima non sospettava nemmeno l'esistenza, la possibilità di vedere la luce che lo ha sempre investito; un elemento presente che stava al di sopra del verme, qualcosa in più....e tutto questo con l'entusiasmo di potersi adagiare alla realtà dei fatti.
A quel punto lei gli si avvicina dicendogli: "...e tu non hai mai pensato che anche per l'uomo potrebbe valere la stessa cosa?...che anche noi potremmo essere investiti da qualcosa che non vediamo ne percepiamo?"
Ian rimane senza parole, disapprovando poco convinto dopo aver capito che la cosa di cui si parlava poteva essere l'anima o l'esistenza di Dio.
Ecco, quei pochi minuti racchiudono tutta l'essenza di "I origins", una pellicola studiata con l'intento di colpire tramite un incontro velato tra ciò che è la scienza e cio che la trascende, non escludendo il fatto che la scienza sia solo una conseguenza di qualcosa che ne sta al di sopra, quasi amalgamandole.....
Il risultato è un opera che riesce a trasmettere un messaggio piuttosto complesso con qualche venatura patinata necessaria a renderla accessibile ad una buona fetta di pubblico; non troppo autoriale ma studiato in modo tale da lasciare comunque qualcosa di significativo su cui riflettere.
Se il tutto lo si segue con una certa attenzione, gli ultimi 20 minuti acquisiscono una potenza narrativa strabiliante; peccato per la scena dopo i titoli di coda, sicuramente d'impatto ma, a parer mio, eccessivamente mirata a voler creare il colpo di scena fuori luogo.
Comunque il giudizio complessivo è molto positivo, non si tratta affatto di un film banale.....quindi lo consiglio tranquillamente....