caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA SAMARITANA regia di Kim Ki-Duk

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  10/07/2005 22:08:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Due amiche, sembrano sorelle o amanti saffiche, due morali diverse. Il fine è lo stesso, la coscienza vaga tra la curiosità neutrale e il coinvolgimento dello sfruttamento femminile. E' tutto un susseguirsi di sguardi, silenzi, etica ambientale (solitamente brulla), paradosso in tutta quella veste quotidiana che forse manca del rigore formale dell'immenso Hsiao-Hsien, con tutto il rispetto per Ki-Duk e le sue indubbie capacità. E' un cinema che riesce miracolosamente a preservare una sua interiorità, una fisionomia orientale, anche se a leggere tra le righe in certi paesaggi della provincia di Seul (antitetici ma non troppo a quelli della campagna francese)e nel disconoscimento affettivo dei personaggi farebbe pensare a Sautet, o così Lynchiano nei simbolismi, nei cabalismi di Ki-duk davanti a un epilogo con tre possibilità diverse: o la difficoltà emblematica della conversione. E' un grande equilibrio quello che spinge il regista ad affrontare un tema simile senza oltrepassare i binari oltre i quali avrei potuto avere seri problemi di digeribilità, nulla trapela o sfiora il misticismo d'accatto, o la profferta del peccato da scontare, anche nella scena del pianto straziante di Yeo-Jin troviamo soprattutto una forte amarezza, più che il disgusto per la propria vita. La bellezza del film è l' incompiuto, il frammento, il simbolo: non c'è nemmeno uno sguardo sufficientemente abbietto per accusare quei padri di famiglia che sono clienti abituali delle donne da strada, pure loro sembrano occlusi in una spirale che è l'amarezza per la vita, o semplicemente dei vili gesti del presente. Quasi quasi un'opera sul fantasma della morte, con i sopravvissuti che vagano minacciati dalla vita e dalla paura di perdersi, ancora, nell'insostenibile leggerezza della società e dei suoi squallidi riti
andreapau  11/07/2005 12:33:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ci rifletto da alcuni giorni e piu' passa il tempo,piu' il film mi sembra "semplice".talmente semplice da sorprenderci,noi oramai soverchiati da sovrastrutture oppressive che ci impediscono di vedere che il re non è poco vestito o alla moda.IL RE E' NUDO!!!...questo film è pervaso da un moralismo primitivo,animo umano ai minimi termini,zero fronzoli:peccato=punizione......p.u.t.t.a.na=morte....fuga dalla legge=suicidio.......frequentazione di prostitute=schifo....disinteresse per la figlia=perdita della figlia.tutto viaggia su binari tollerabili e condivisibili con una vita normale:ci si prostituisce senza peccato,con leggerezza;si va a prostitute senza peccato,con leggerezza e poi si torna a casa dagli affetti sicuri;si pensa al lavoro e alla propria condizione di vedovo,trascurando la figlia...che pero' è una brava bambina tutta casa,orsacchiotti e cd.tuto,nonostante tutto,funziona a meraviglia...fino a quando dio dice basta,e sguinzaglia l'angelo sterminatore.allora tutto cambia e le cose prendono il loro nome...prostituirsi è una roba da p.u.t.t.a.ne.andare a p.u.t.t.a.n.e è da depravati.la figlia aggiunge ai suoi ninnoli i c.a.z.zi.chi sbaglia paga.anche l'angelo terminatore paga.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  11/07/2005 13:59:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì credo sia proprio questo il fascino del film... lo stesso rapporto della figlia col padre, il dolore della perdita non assume alcuna traccia (non si sa nemmeno il nome della moglie) Ti invito anche a vedere qualcosa di Hsiao Hsien, autore difficile, che spesso ha una capacità enorme di filtrare l'assoluta estraneità/irrilevanza delle cose
andreapau  11/07/2005 14:44:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ecco,hai trovato la parola giusta:fascino,ovvero quel qualcosa che rasenta il divino,elevandosi oltre la bellezza o la bruttezza.il fascino,qualcosa di inspiegabile e talmente soggettivo da essere oggettivo.wow!!!!mi sento ispirato!!