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BIG EYES regia di Tim Burton

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jack_torrence     6 / 10  12/02/2015 11:46:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E alla fine rimangono impressi quei grandi occhi tristi del titolo.
Come tanti orfani della madre, che non chiedevano altro se non di vedere riconosciuta la propria vera filiazione.
Sono loro i "freaks" burtoniani, gli esseri diversi e non riconosciuti, e per questo irrimediabilmente tristi. E' il solo aggancio alla poetica di Burton in questo film che di burtonianamente classico ha poco, e per questo è stato poco apprezzato. In parte, a dire il vero, giustamente: se amo sempre quando un autore ha apparentemente il coraggio di innovarsi e sperimentare strade nuove, qui Burton non sembra esplorare lidi davvero nuovi.
Tuttavia il film, ispirato a una vicenda reale assai paradigmatica sotto il profilo sociologico, resta comunque una semplice ma meritevole storia di riscatto. Non solo femminile o individuale: a essere riscattata è la verità in quanto tale: la verità dell'arte, quella della finzione. La sola che non può mai restare occultata perché è solo nella finzione dell'arte che cela l'autenticità. E l'autenticità dei bambini tristi di Margaret Keane è quella di essere figli suoi e della sua malinconia.