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DUE GIORNI, UNA NOTTE regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne

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Terry Malloy     4½ / 10  28/05/2015 16:02:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Penso che un qualunque saggio di sociologia sia più accattivante di questo film. Trattare tematiche sociali complesse non esula il suo autore, - questa è la grande pecca del cinema "civile" e "realista", dall'unico dovere dell'artista: divertire. Chi parla di realismo si faccia un tuffo nella letteratura realista francese, che mai ha abdicato al dovere del divertimento. Maupassant, Flaubert, prima ancora Stendhal. Era chiarissimo per questi grandi francesi che il romanzo, la narrazione di una storia che sia mimetica della realtà che descrive debba avere come valore unico e comune il divertimento. Poi, se si deve parlare proprio di sovrastrutture, ognuno ci vede quello che vuole. Ma questo film annoia, non dice nulla di nuovo, e non mira a nulla che non sia la solita solfa del trauma del perdere il lavoro. Chi apprezza questo film non ha semplicemente gusto e dovrebbe valutare di impiegare le proprie energie civili altrove, in luoghi più utili e consoni alla sua miseria immaginativa. Dispiace che la Cotillard si sia abbassata a recitare in filmetti così scialbi. Sfortunatamente The Wire era già uscito. Grave che gli autori non se ne siano curati. Il postmoderno, di cui i Dardenne sono considerati fautori, non ha mai sofferto così tanto nella sua dimensione giocosa. E per l'appunto, The Wire tratta gli stessi temi (e molto meglio, o perlomeno assume lo stesso impianto realista) e non dimentica la gradevolezza della sua natura, fondamentalmente, di intrattenimento.