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UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL'ESISTENZA regia di Roy Andersson

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Invia una mail all'autore del commento cupido78     4½ / 10  27/02/2015 14:21:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
so già che se non avesse avuto il leone d'oro, tanti non si sarebbero mai sognati di gridare al capolavoro. Premesso questo affermo che me ne sbatto altamente dei premi, delle giurie e della critica.
Questo Piccione è una gran tortura a cui mi sono placidamente concesso per poi dormirci su e riflettere sulle conseguenze: poco o niente.

Rimane una grande provocazione stilistica: nell'era della tecnica registica e narrativa esasperata e funambolica il Nostro ha piazzato la macchina da presa sul cavalletto e ha mosso gli attori. Un grido esasperato che intima: "Fermiamoci per dio!"

Ok!

Viviamo un periodo storico alienante. I Rockefeller (vecchi ricchi assetati di champagne e morbosità) continuano a guidare il mondo e noi siamo topolini da laboratorio nel giro di giostra settimanale, svuotati di vere emozioni, programmati per fare sempre le stesse cose, gli stessi errori, cercando di vendere agli altri( e a noi stessi) l'inutilità(maschere e denti vampireschi, finte risate). I peccati veniali dell'umanità, il genocidio e le inutili guerre di conquiste si fondono accavallandosi alla misoginia, alle turbe sessuali, al vizio del gioco.

La morte come salvezza, come speranza di un paradiso che non può esistere in terra. La sconfitta dell'uomo come essere senziente e intelligente. La scimmia dimenticata in un amperaggio che la scuote nell'indifferenza di un'umanità svuotata.

Noi disumani e disumanizzati. Grazie, ma il film è una gran palllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa