kowalsky 6½ / 10 23/02/2015 00:47:13 » Rispondi Piu' che rilessioni, si tratta di riflessi. Andersson metabolizza un'idea di cinema che in certi Contesti fa gridare al Capolavoro, puzzle senza un tempo preciso dove ci si commuove per il vecchio cliente di un bar, si rabbrividisce per gli orrori dell'umanita' vs. Shioah, o inorridisce davanti agli esperimenti genetici sugli animali. E' uno scenario che via via ricorda Jodorowsky e Von Trier, Bergman e Dreyer, la letteratura di Ibsen e i quadri della pittura nordica dell'Ottocento, "dipinti" da una fotografia nitida e dalle leggi della Metafisica. E' un film ora attraente ora insopportabile (vs. Un certo sconfinato manierismo Che serpeggia nei dialoghi e in certi episodi), ma e' palese, evidente, eloquente che il tutto sia una sconfinata ammirazione per Samuel Beckett e il suo "teatro dell'assurdo" trapiantato nei lidi nordici del cinema europeo. Aspettando Godot o chissa' chi altro, un referente che mette in luce, con il suo controverso Leone d'oro a Venezia, tutta una genesi storica e sconfinata del fatalismo umano
fiesta 23/02/2015 11:46:32 » Rispondi La domanda è precisa e non è: chi stiamo aspettando? La domanda è: E' giusto servirsi delle persone per il proprio piacere? Il protagonista continua ad avere infondo al suo essere un briciolo di umanità che viene più facilmente evocata (proprio perché stupido) nell'inconscio (il sogno). Io credo che la psicologia dei nostri protagonisti sia lievemente diversa da quella dei protagonisti beckettiani. Inoltre i due possono ricordare Stanlio e Ollio, Don Chichiotte e Sancho Panza, soprattutto George Milton e Lennie Small. E' ovvio che laddove si parli di assurdo non si può far a meno di pensare a Beckett, ma ridurre il film ad una sconfinata ammirazione per Beckett mi sembra limitativo. Credo che l'unica scena dichiaratamente beckettiana sia l'ultima, dove il gruppo di persone aspetta l'autobus e si domandano che giorno sia.
lukef 29/10/2017 12:20:45 » Rispondi anche Cochi e Renato... ma non so se in Svezia si prendeva la RAI.
kowalsky 23/02/2015 22:17:10 » Rispondi Beh si Beckett e non solo...anche Pinter e perfino Brecht in un episodio...nonostante qualche sequenza stupenda il film secondo me pecca di manierismo
beppe2 23/02/2015 23:20:20 » Rispondi Concordo. Personalmente ho preferito You, the Living e Canzoni del secondo piano.