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THE TAKING OF DEBORAH LOGAN regia di Adam Robitel

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  20/05/2015 09:53:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Deborah Logan è un'anziana signora affetta Alzheimer assistita dalla figlia Sarah. Le due donne versano in condizioni economiche precarie. La mancanza di denaro le induce ad accettare la presenza di una troupe televisiva in casa, interessata a girare un documentario sugli effetti devastanti del morbo in cambio di un bel gruzzolo.
Trattandosi di horror sarà inevitabile scoprire dietro al già disperato caso clinico qualcosa di ancora più terrificante; e qui si entra nel campo della possessione, fortunatamente demoni e affini vengono lasciati fuori dalle scatole, e il tema, pur non risultando originale, offre una soluzione più "fresca" collegata al vissuto della malata.
Non è il solito found footage, o per lo meno, le caratteristiche tipiche del genere vengono ignorate almeno fino alla mezz'ora finale, ovvero il momento più debole. Il soprannaturale esplode senza mezzi termini e la storia, pur offrendo qualche scena discretamente tesa, finisce con lo scadere nel già visto tra riprese da mal di mare e un'oscurità penetrata unicamente dalla luce della solita mdp, ovviamente sempre accesa e in grado di riprendere non si sa come.
C'è da ammettere che il ritmo rutilante induca una certa indulgenza verso l'appiattimento di idee presente nel finale, tra l'altro comprensivo di un chiaro debito a "Rec".
In precedenza Robitel lavora bene seguendo un canovaccio sensato, in cui lo sprofondare verso il baratro della Logan non offre il fianco a forzature clamorose, in una visione d'insieme soddisfacente sia dal punto di vista formale che dei contenuti.
Giusto sottolineare la prova di Jill Larsen: attrice nota soprattutto per la lunga militanza in serie tv, completamente a suo agio in un ruolo in cui la sua eleganza senile viene deturpata senza scrupoli.