Sig. Chisciano 8 / 10 18/08/2006 17:38:04 » Rispondi Ho letto tutti i vostri commenti, e tutti siete sorpresi dalla scenografia futuristica (che è ineffetti molto bella) e come tema centrale vi siete focalizzati sui problemi etici della precrimine. Ma quello che ci vuole dire Spielberg è che anche se potessimo vedere il futuro non sapremo interpretarlo, le immagini dei Precog sono sempre giuste è l'uomo che le legge male, ma soprattutto sono le immagini in sè ad essere ingannevoli perchè sono bidimensionali e danno un punto di vista che è quello della macchina e non dell'uomo, il riferimento al cinema è molto evidente.
In questo contesto futuristico la giustizia del mondo è legata a tre esseri umani immersi in un liquido amniotico chiamati Precog(nitivi), attraverso le oniriche visioni dei Precog la polizia può (pre) vedere il futuro, quindi arrestare i (pre)criminali. La Pre-Crimine in questo caso, non accetta il ragionevole dubbio, vale a dire i rapporti di minoranza e sposa la pericolosa utopia della Sicurezza Totale. Jhon Anderton (Tom Cruise) è l’investigatore incaricato di sistemare-selezionare le immagini dei Precog, e quindi di determinarne il significato. Anderton la cui fede totale nella Precrimine viene messa in contrapposizione dalla poca fede in essa di un ex-seminarista (Colin Farrell) incaricato di scoprire delle falle nel sistema della Precrimine. I Precog (pre)vedono il crimine di Anderton, così il poliziotto si trova a scappare da se stesso, dal sistema in cui credeva e dal suo futuro, per farlo dovrà perfino cambiare occhi-identità l’unico modo per non essere visto e poter modificare o semplicemente scegliere il suo destino e autodeterminarsi. Nel film, la possibilità di un solo futuro viene negata e confermata di continuo: il “Tu puoi scegliere” rivolto da Agatha ad Anderton, viene confermato dalla supremazia della volontà sulla sete di vendetta e subito smentito dal suicidio del finto pedofilo. Quindi le immagini profetiche dei Precog erano giuste: è stata l’interpretazione dell’uomo che montandole in maniera errata ne ha fatto cambiare il significato. Ci possiamo fidare dei nostri occhi e di quello che vediamo? Anche se possiamo riprodurre la realtà in maniera perfetta come fanno i Precog non possiamo non vedere le immagini secondo la nostra percezione, quindi codificarle e dargli significato, anche nell’utopica ipotesi di poter vedere il futuro non saremmo in grado di dare un significato-interpretazione univoca alle immagini. Nell’affannoso desiderio di controllare il domani, l’uomo confonde il cinema con la realtà, i veri assassini nascondono il loro volto con il trucco e con il montaggio, sfruttando l’inevitabile errore umano. Gli omaggi al cinema sono numerosi, a partire con la ripresa verso l’inizio del film di un girotondo per bambini che ricorda moltissimo una ruota-ingranaggio delle vecchie cineprese, passando per ologrammi che catapultano le sensazioni dell’uomo ad un passo dalla realtà, (ricordando molto i filmati virtuali di Strange Days) per finire con il significato ambiguo della rappresentazione onirica delle immagini. Il film ha un ritmo molto veloce, tra inseguimenti ad alta tensione, iconografie futuristiche dal sapore retrò. La fotografia è di Kaminsky, che opta per un chiaroscuro e tonalità metallizzate. L’epilogo trova il lieto fine ma non scioglie qualche lacuna logica di tipo etico e filosofico. Si è colpevoli di premeditazione? Il futuro si vede, s’influenza, esiste? “Siamo stanchi del futuro” sussurrano i Precog è il presente di ognuno che conta e che influenza tutte le altre vite.