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TORNERANNO I PRATI regia di Ermanno Olmi

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  13/11/2014 01:54:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per favore vietato soffermarsi sul concetto di "lentezza", altrimenti un certo Conrad puo' dirsi gia' spacciato. Il cinema di Olmi (ma non doveva girare solo documentari? Meno male che ci ha ripensato) esplora il concetto di "tana", come trappola umana in un magma dove la natura esce deturpata dalla mano dell'uomo. Si spinge ben oltre i territori della poesia, comunicando con poche, dolorosissime parole un senso di straniamento metafisico, come nell'immagine di un albero che prende fuoco. Fa pensare ai "papaveri rossi" di De Andre' e al suo "Tutti morimmo a stento" e non e' certo un Presepe come mi era parso "Il villaggio di cartone". Stupisce, quasi fossimo davanti a un oratorio funebre recitato con impavido spirito di utopia Francescana, l'aspetto teatrale del film, immerso nella stessa morsa di gelo del suo inverno bellico. E a denunciare quanto sia dura tornare a casa e perdonare chi ha permesso tutto questo. E' un film bellissimo, straziante, emotivo, certo il piu' bel film italiano insieme al Martone Leopardiano e a Perez. Tre modi differenti di fare ottimo cinema in Italia. E' un nuovo, terribile "Mestiere delle armi" che induce tutti ad ascoltare.