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INTERSTELLAR regia di Christopher Nolan

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JOKER1926     7 / 10  06/12/2014 00:08:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un calderone di interpretazioni soggettive sui film e sui registi, forse a volte, poche volte, sorge qualche cosa di puramente netto, e quindi oggettivo.

L'oggettività è che fra i grandi registi attuali sorge perentoriamente la figura di Christopher Nolan, su questo il dibattito si stringe e vede spezzarsi le ali; Nolan è una garanzia e al contempo incarna un preciso stile.

L'ultima rappresentazione cinematografica è del 2014, lo spettatore si imbatte con un film di matrice fantascientifica e di una durata apocalittica, la pellicola del cineasta prevede una proiezione di quasi tre ore.

"Interstellar" essendo firmato da Nolan porta, praticamente, nel suo gene tutte le caratteristiche, possibili ed immaginabili, di tale regista; parliamo di idee, di ritmo e di contenuto che verte sulle vie dell'esser brillante. E' stato così "Inception" e al suo tempo "Memento".

Questo del 2014, in verità, non riprende integralmente la struttura stratificata di questi citati ma appare essere, almeno per una larga parte, un film solido e sofisticato ma con una linearità abbastanza pronunciata. Insomma, senza tanti giri di parole, possiamo dire che "Interstellar" si basa su una verticalità narrativa che eccetto qualche tecnicismo a stampo fisico e gravitazionale non forza troppo nell'intelligibile.
Le manovre pesanti e di ingegno si consumano a rilento e quasi tutte verso la fine, vengono buttate in scena (forse) in modo troppo abbondante, eccessivo.
La storia del fantasma, invece, è coltivata dall'inizio per poi andar a sbalordire (o tentare di sbalordire) più verso la fine.

Il primo scricchiolio di "Interstellar" avviene sul concetto spazio tempo; la regia ci ha abituati a questi giochi d'astuzia che sempre o quasi con Nolan si trasformano in un qualcosa di incredibilmente affascinante; qui con il film nuovo la cosa ci sembra sicuramente più costruita ed artificiale, forse anche superficiale. A parte questo l'idea delle sovrapposizioni spazio tempo per chi milita in film avanzati non è poi una magistrale novità. "Source code", "The Jacket" hanno preceduto in tempo e in dinamiche "Interstellar". Nulla di nuovo, seppur la cosa sia positiva.
La seconda sbandata del prodotto si consuma in una aspettata ed inutilissima megalomania che porta il film a varcare le porte dell'incredibile e dell'assoluto; la catastrofe figlia del dramma partorisce epica futuristica e l'addossa ad un paio di supereroi padroni dei fili vitali, ritorna lo spettro di Batman (ironicamente).
La sensazione è che il film, nella sua cavalcante prolissità, se fosse durato altri dieci minuti, avrebbe portato i suoi protagonisti, presumibilmente, a conquistare direttamente il Paradiso. Cose pazzesche.
Dunque non convince questa ascesa totale, profetica e biblica di Nolan, la regia diviene la pedina del suo stesso gioco; da lontano la dinamica della cosa ricorda "Agorà" di Amenabar, lo strafare in ambito cinematografico può portare problemi.

Oltre la critica, emerge la stima

La nostra analisi amara deve comunque appurare la voglia di una regia che riesce sempre a prendere il suo pubblico, nel nome di un interesse robusto e definitivo. Questo, ossia il tassello dell'intrattenimento, da solo salva spesso un film, o perlomeno non lo fa morire.
Gli effetti speciali, le location e gli attori inoltre fortificano il progetto ma non lo rendono immune da critiche sottili ma numerose. Nolan ha già fatta sua, in passato, l'essenza di gloria cinematografica, ma se esiste un film di ultimata consacrazione, bene, non è assolutamente "Interstellar".