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INTERSTELLAR regia di Christopher Nolan

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pier(pa)     10 / 10  20/11/2014 23:16:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film di incredibile bellezza aspira al criterio assoluto, allo spirito dell'esistenza, all'al di là categoriale come orizzonte ancora costruibile e immaginabile. L'universale è pensato come facoltà autodeterminativa inter e pluri-versale, come non solo declinazione delle sue singolarità ma anche come estensione assoluta della sua potenzialità contenutistica. Il film aspira, insomma, all'arte come filosofia e scienza, al capolavoro sistematico che può durare se non eterno molto a lungo.
Per costruire l'ulteriorità prospettica del nuovo mondo si fa riferimento alle filosofie più mistiche e affascinanti, ai pensieri che hanno creduto di poter trovare l'al di là. Se Platone è il punto di riferimento per l'immagine dei "guardiani" (La Repubblica) che sorvegliano l'ordine della terra, Nietzsche lo è per la costruzione teoretico-cosmologica dell'eterno ritorno dell'uguale. Prospettiva attraverso cui è interessante e determinante interpretare i paradossi fisico-temporali progettati da Nolan. Assunta la prospettiva nietzschana infatti si dovrebbe finire per asserire, con tanta certezza quanto stupore, che ogni ragionamento sulla storia conduce a una conclusione contraddittoria sullo svoglimento della medesima. Ma poiché la base speculativa di fondo è la torsione della linearità del tempo, il concetto di ciò che è all'inizio e ciò che è alla fine in una linea temporale, e dunque di ciò che è coerente e ciò che non lo è, perde ogni significato. Nel groviglio di questo infinito ed eterno contraddirsi dell'essere è necessario includere una stabilità sostanziale, una volontà di potenza, una sistematizzazione rigida in cui l'uomo possa affermare l'orizzonte delle proprie azioni e della percezione della propria vita. La forza primordiale insuperabile è l'energia fisica ed extrafisica per tradizione: l'amore (il sospetto che esso sia già ulteriormente determinato da un futuro che plasma il passato e il presente, e dunque plasma se stesso come futura contraddizione incommensurabile, non attraversa minimamente la narrazione, ma forse è LA questione fondamentale).
Questo è l'assoluto esistenziale in cui ci proietta il film; la stabilizzazione di un ordine disordinato, eppure onnicomprensivo. Inclusivo del vietato, dell'a noi precluso.
Capolavoro concettuale ed estetico: 10.
scantia  30/11/2014 03:20:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma Ghezzi ancora non è passato di moda? Ormai è roba dell'altro secolo...
the saint  21/11/2014 16:34:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahooooooooooooo ma che sta a dì?!

ma che sei Nicky Vendola?!:-)