caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

INTERSTELLAR regia di Christopher Nolan

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
_Hollow_     7½ / 10  14/11/2014 07:33:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interstellar è un film a cui mi risulta difficilissimo dare un voto.

Certe inquadrature di fenomeni spaziali hanno del trascendentale e sarebbero degne di 2001.
Zimmer ha composto una colonna sonora con tratti simili allo stile di Philip Glass, che ci sta a meraviglia. I robot che accompagnano i protagonisti sono degni di passare alla storia (del cinema) come HAL 9000, senza dimenticare GERTY di Moon e/o i vari androidi, da Robby fino a C-3PO.
Matthew McConaughey m'è piaciuto molto e la trama, lasciando perdere la verosimiglianza delle questioni scientifiche, fino ad un certo punto si segue bene.
Apprezzo il finale circolare che chiude ogni punto toccato e rimasto aperto fino a quel momento.
Ma. Ci sono dei ma.
Sopporto poco Anne Hathaway. Spero non sia sulla strada di diventare an'attrice feticcio di Nolan perché anche il Batman con lei è stato il peggiore dei tre. Qui c'è da dire che delude molto all'inizio ma si riprende un po' nel finale, forse più grazie alla "maturazione" del suo personaggio che per meriti recitativi.
Il personaggio di Matt Damon (altro attore che non mi entusiasma affatto), il Dr.Mann, lascia poi alquanto perplessi. Si può dire che il film si sputtani irrimediabilmente da lì in avanti. Innanzitutto è un colpo di scena telefonatissimo ("il migliore di noi"), secondariamente è irrealistico ai massimi livelli. Se a questo si aggiunge che in quei frangenti il commento musicale cambia, tornando ai ritmi soliti di Zimmer, l'impressione diventa: "Oh nooo, riecco QUEL Nolan", quello delle immancabili tragedie epiche .
Questa parte sul secondo pianeta insomma sa molto di "Jump the shark", l'impressione è che dopo una cosa simile il film si sia un po' s*******to senza rimedio, e infatti un po' è così.
E, parlando sempre di attori, c'è da dire che a parte il solito Michael Caine pure gli altri di certo non brillino. Unica eccezione forse David Gyasi, e non dico il casino per trovare il nome. Membro della ciurma ma dimenticato quasi ovunque tra cui Wiki, manco fosse l'ultima delle comparse. Colore della pelle? Probabile.

Tornando alla sceneggiatura invece, che per molti è un po' il centro della diatriba, dico che del realismo di ciò che viene rappresentato mi importa poco. Certo certe cose spiazzano un po', forse il tesseract su tutti, ma di certo non è l'unica cosa.
Diciamo che molte cose a ragione possano essere criticate, ma sorvoliamo un attimo sospendendo l'incredulità.
Bene, cosa ci ritroviamo? La risposta, purtroppo, è scoraggiante. Ovvero un film che apparentemente, in superficie, benedice un sentimento come l'amore. Poi invece la situazione terrestre si risolve solo per un grossissimo deus ex machina; i terrestri che non si sa quanto abbiano imparato dal loro passato di scelleratezza, sfruttamento, inquinamento ecc. semplicemente abbandonano la "casa che non li vuole più", per non dire il pianeta morto, e se ne vanno felici a vivere altrove. In pratica è come se l'agente Smith di Matrix avesse ragione e l'umanità avesse risolto non modificando la propria natura di virus ma andando ad infettare qualche altro pianeta. Mah.
Sembra una *******ta ma in realtà è abbastanza spaventoso. Molta altra fantascienza dipinge un'umanità futura come un'ideale di simbiosi con la natura, di impatto 0, di energie rinnovabili, di agricoltura ecc. L'alternativa è l'umanità squallida di altra science fiction, come ad esempio Blade Runner. Ma anche quella di Interstellar alla fine. Pure il fantasy educa da questo punto di vista il subconscio, dando questo ruolo di civilizzazione ideale agli elfi. Interstellar lancia invece, come detto, un messaggio pericoloso e forse figlio dei tempi. Che pur non avendo fatto nulla per evitare il disastro fino all'ultimo, pur avendo condannato il pianeta, ci si possa salvare grazie al nostro istinto di sopravvivenza e alla nostra tecnologia/intelligenza. Il messaggio inconscio è questo, quasi un favoreggiamento al consumismo distruttivo, nonostante apertamente in rare occasioni si faccia intuire il contrario (v. discorso del nonno sulle 6 miliardi di persone che desideravano qualsiasi cosa).

E ultime annotazioni, mentre certe trovate un po' strappalacrime alla fine risultano, sul momento, decisamente empatiche ed emozionanti, dopo poco fanno storcere un po' il naso per la grandissima dose di retorica che contengono. Siamo di fronte al solito, perfetto finale all'americana. Tutto va alla perfezione, tutto si risolve, e vissero per sempre felici e contenti. Evviva la Nasa del futuro! Ok il recupero dell'orologio, bel momento, ma già cose come "mio papà me l'aveva promesso" ... eddai.

Per concludere ... a volte, guardando Interstellar, si ha l'impressione del film da 10. Ci sono momenti mozzafiato, buchi neri e salti nell'iperspazio con Zimmer nelle orecchie (a proposito, la spiegazione sul wormhole è presa pari pari da Event Horizon). Momenti di gioia per gli occhi e per le orecchie. Poi finiscono, smetti di osannare Nolan e ti accorgi che per altri versi siamo nella mediocrità ad altissimo budget.
Se la perfezione sta nell'attimo, citando Palahniuk, devo dire che m'è venuto da pensare che preferisco di gran lunga un sorriso di Setsuko Hara/Noriko in Tarda Primavera ai 169 minuti di Interstellar. La perfezione e la differenza tra un capolavoro ed un blockbuster sta tutta lì.