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AUTOMATA regia di Gabe Ibanez

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  14/10/2015 11:17:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il punto di partenza sono le tre leggi della robotica ideate da Isaac Asimov, in "Automata" vengono ridotte a due, con la seconda modificata e concernente il divieto ai robot danneggiati di autoripararsi o riparare i propri simili.
Un detective assicurativo (buona prova di Banderas in versione calva e afflitta) si aggira in una megalopoli oscura e piovosa con il sospetto che alcuni automi abbiano sviluppato la capacità di infrangere il protocollo della seconda legge, mettendo così a repentaglio la sopravvivenza dell''umanità già in ginocchio a causa della desertificazione causata da violente tempeste solari. Il riferimento a "Blade Runner" è palese, ma Gabe Ibanez -al suo debutto come regista- non fa mistero delle sue ponderanti influenze passando per "Ghost in the shell", toccando "Codice Genesi" sino a raggiungere addirittura, per il design dei robot, il video "All is full of love" di Bjork. L'indagine porterà il protagonista nel bel mezzo di una zona desertica e altamente radioattiva, in cui di fatto il cambiamento radicale della razza dominante sul pianeta Terra ha probabilmente preso il via in modo inarrestabile.
Tra villain e sottotrame banali, il percorso di Jacq Vaucan verso una nuova consapevolezza soffre qualche lungaggine, spesso intriso da un filosofeggiare piuttosto elementare con annessi spiegoni non necessari. La messa in scena però è da elogiare, come la ricerca del contenuto rispetto alla sequenza spettacolare. Ibanez inquadra un'evoluzione teoricamente non impossibile, in cui l'uomo, giunto all'atto finale, elegge ancora una volta la violenza come unico mezzo per restare aggrappato alla vita. Un po' tamarro ma apprezzabile l'epilogo dal sapore western. Cast discreto, c'è anche Melanie Griffith, per l'ex moglie di Banderas un piccolo ma significativo ruolo.