caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL TEMPO DEI GITANI regia di Emir Kusturica

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     8 / 10  20/11/2023 14:45:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Grande successo, specialmente di critica per Kusturica, vincitore della miglior regia a Cannes, e guardandolo si capisce anche perché, "Dom za vesanje" è una splendida epopea nel mondo degli slavi, stilisticamente raffinato quanto originale e carismatico.

In realtà la struttura narrativa non dista moltissimo dal gangster movie di formazione - lo so quest'ultima affermazione sa un po' di ossimoro, ma pensate ai vari "Bronx, "Once upon a time in america", persino "Scarface" in parte potrebbe esserlo - con il protagonista che inizialmente è un ragazzino timido, impacciato e anche un po' disadattato, di base una persona buona e innocente che per via del contesto sarà costretto a trasformarsi in un criminale con le dovute conseguenze del caso che si pagano.

La prima parte mostra il villaggio slavo in tutta la sua naturalezza, con i suoi caratteri grotteschi, dalla nonna del protagonista, guaritrice con poteri magici a uomini più balordi e sopra le righe, fino alla madre della futura sposa di Perhan, una schizzata totale in balia del bigottismo e convinta che la figlia sia un gioiello da proteggere, in continua lotta con i corteggiatori o presunti tali, insomma nell'insieme è un addentramento nel mondo folkloristico degli slavi con pregi e difetti, si nota particolarmente la leggerezza con cui affrontano la vita e le situazioni bizzarre in cui si vanno a cacciare, le usanze di stampo picaresco e il legame alla terra assieme a quello ai vari caratteri della storia, in pole c'è pure il tacchino, grande personaggio di spicco del film.

Kusturica si diverte con la macchina da presa, praticamente la sua regia è il riflesso dello stile bizzarro e autoironico del popolo slavo, virtuoso, movimentato, si inventa cambi di scena geniali - basti guardare la sequenza quando Perhan spiega la produzione del limo - va nel mezzo dell'azione, tra le feste, la musica folkloreggiante di Bregovic e infine ci regala anche diverse sequenze surreali che di base potrebbero far sorridere ma spesso hanno quel sottofondo drammatico che riesce a colpire nell'intimità, oltre alle visioni della madre, figura mancante ma sostituita dalla nonna, è fantastica la visione finale del tacchino in cielo, non sapevo se ridere o piangere, sono andato in conflitto di emozioni in quel momento.

Perhan verrà trascinato nella criminalità da una serie di circostanze, principalmente a causa della balordaggine del suo zio che ha perso un sacco di soldi ai giochi d'azzardo contro i criminali slavi, ma anche per il bene della sua sorellina, affetta da una malattia ossea, in un modo o nell'altro il destino lo mette di fronte a delle scelte obbligate che cozzano vistosamente con lo stile della prima spensierata metà di film - anche il passaggio tra questi due atti con lo zio che sospende la casa in aria col camion e la corda è parecchio esilarante comunque, in tutta la sua drammaticità -

Kusturica dipinge una splendida epopea tra momenti tragicomici, fisarmoniche e caratteri bizzarri, con uno splendido stile agrodolce in sospeso tra la lacrimuccia e il dramma di un popolo senza certezze, il finale è la chicca che conferma il circolo vizioso.