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QUO VADIS, BABY? regia di Gabriele Salvatores

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K.S.T.D.E.D.     5½ / 10  18/01/2008 13:48:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non può dirsi affatto riuscita, a mio avviso, questa ennesima pellicola di Salvatores. Alcuni aspetti sono davvero ottimi ma la realizzazione nel suo complesso, no. Mi riferisco, in particolare, ad una fotografia stupenda, in grado da sola di dare alla pellicola un'stetica innegabilmente accattivante e proporsi come un’ottima comprimaria al fianco dell'altrettanto apprezzabile regia di S.. Apprezzabile è anche l’idea alla base : portare il noir più classico, nonché tutta la disillusione e l’amarezza del tipico personaggio maschile che abita il genere, in un tempo diverso e, soprattutto, in una protagonista femminile che, insolitamente, si ritrova, non nel ruolo della donna tanto affascinante quanto ambigua che si insinua nella vita del protagonista, bensì in quello del protagonista stesso. L’investigatore, quindi, non è più un investigatore ma un’investigatrice che si muove non per soldi ma per allontanare i fantasmi che continuano a tirarla indietro.
Insomma, gli elementi su cui costruire un’ottima pellicola, rivisitando un genere, ci sono.
Ciononostante il tutto riesce a perdersi in aspetti tanto superficiali quanto deleteri. Anzitutto, la storia è, non dico pessima, ma mediocre sicuramente. Non è in grado di coinvolgere neanche per sbaglio; non trasmette, benché ci provi, la disillusione della protagonista, la lascia lì sullo schermo ma non è in grado di farla andare oltre, dipingendo Giorgia come una povera disadattata e nient’altro; non inquieta quando deve inquietare e nessuno dei personaggi, tranne forse il padre, risulta, in fin dei conti, interessante. Quest’ultimo aspetto è forse il più importante perché anche laddove non sia la storia il punto forte (e questo nel noir più classico accade spesso, tanto che la stessa diventa solo un mezzo per far vivere il più a lungo possibile il personaggio, unico vero protagonista nel genere) sono, o nel caso in specie sarebbero potuti essere, i personaggi a mettersi in primo piano e ad occuparsi di portare avanti il tutto. Ciò, ovviamente, implica una introspezione degli stessi quanto mai efficace ma che puntualmente, per quanto riguarda il film in questione, non c’è stata o comunque è stata superficiale; dall’altra parte dello schermo, come dicevo, non arriva quasi nulla e non si riesce a vedere più in là di una figura, mi riferisco alla protagonista, impacciata e noiosa.
Certo non aiuta la recitazione. La prova di Angela Baraldi è a tratti dilettantesca. Ci si rende conto di ciò già dalle prime sequenze con conseguente calo dell’entusiasmo e delle aspettative, dato che non c’è niente di peggio in un film di un attore che non rende credibile il proprio personaggio; se poi è il protagonista, tanto peggio.

A conti fatti, questo “Quo Vadis, Baby?” a mio avviso non raggiunge neanche la sufficienza nonostante le premesse per una buona pellicola di genere(cosa già di per sé apprezzabile nel nostro cinema) ci fossero tutte.

P.s. Ah, dire che M, Il mostro di Dusserdolf non c’entra un *****, è un eufemismo. Inoltre, nonostante duri 2 ore, termina nei 2 minuti in cui lei si prepara per uscire. Ma vabbè.