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GABRIELLE regia di Patrice Chéreau

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gerardo     7 / 10  17/09/2005 13:24:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE: COMMENTO SPOILERANTE!
Nell'alta borghesia parigina belle époque il mondo perfetto di Mr. Hervey è fatto di forme e di oggetti da collezione, di azioni, gesti, situazioni consolidate che ne legittimano la posizione sociale. Anche sua moglie Gabrielle è parte integrante di questi elementi compositivi. Che fanno parte della casa, del suo status. Egli l'ama come il pezzo più pregiato della sua collezione. Un oggetto, appunto. Tra i due coniugi non c'è intimità, si danno del lei, c'è una distanza incolmabile, fatta di soli contatti formali, freddi. L'amore vero, fisico, è un'opzione non contemplata da Mr. Hervey, che sembra piuttosto disprezzarlo.
Mr. Hervey è sicuro di sè, contento, quasi borioso. Quando, però, riceve la lettera che annuncia il tradimento (e l'abbandono) di Gabrielle, tutto il suo castello di certezze inizia a vacillare. Mr. Hervey è sconvolto, ma la sua angoscia, più che rifarsi a vera e propria gelosia, è data dalla perdita di una certezza, dall'affronto subito, dalla percezione della propria fallibilità, dal pericolo che il suo mondo perfetto e rispettabile delle forme possa scalfirsi, sgretolando la sua posizione e la sua fama.
E' il ritorno di Gabrielle, però, a creare lo scompiglio nella vita di Mr. Hervey. Inizialmente la sua principale preoccupazione è, ancora, rivolta alla conservazione della forma, della facciata perfetta della propria posizione, mentre le ragioni della moglie restano secondarie, incomprensibili. Lo scandalo deve restare nascosto: nessuno, nemmeno le donne di servizio, deve sapere. Gabrielle si è (finalmente) ribellata alla sua condizione di "oggetto" da collezione, di corredo, di arredamento. Ella si rivela un po' per volta, fa scoprire al marito una realtà - la propria - che egli ignorava completamente e forse deliberatamente. Lascia scoprire al marito la sessualità a lui negata (impensabile), ma concessa ad altri. Mr. Hervey sta perdendo un pezzo della sua collezione, ma probabilmente qualcosa di più. Ora forse s'accorge di chi sia Gabrielle, ma è troppo tardi. Egli continua a confondere l'amore col possesso, nel tentivo violento di prenderla fisicamente. Gabrielle ormai è lontana da lui, irrimediabilmente.
La "vendetta" di Gabrielle sta per compiersi e la vittoria sarà piena nel momento in cui si concederà al marito, dopo 10 anni di matrimonio. Ma è una concessione cinica, fredda, ritorsiva. Mr.Hervey non può che fuggir via sconfitto.


Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/09/2005 01:32:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai colto perfettamente lo spirito di questo bellissimo film... complimenti davvero. Mi meraviglia che alla mostra del cinema, tra tanti che se la tirano di accademia, si accusava questo film delle stesse ehm colpe... in realtà è un film pieno di riverberi e piccoli particolari finissimi, oltretutto è un'addattamento e anche in questo senso andrebbe visto P.s. allora non sono il solo ad aver colto nel film (o nel romanzo di Conrad) qualche affinità con Ibsen...
gerardo  18/09/2005 11:03:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Kow. In realtà, il film non mi è sembrato così esaltante. Nè, ovviamente, molto "originale". Esteticamente sa di accademia, anche se i passaggi in b/n sono molto belli. Le prime scene del film mi son sembrate quasi un omaggio ai Lumiere, con l'arrivo del treno sbuffante in stazione (in b/n) e l'uscita dei viaggiatori/operai, come ne La sortie des usines...
Ciò che rende riuscito almeno in parte il film (non ho letto il romanzo di Conrad) è proprio l'uso della crudeltà di Gabrielle, che distrugge tutto l'impianto delle sicurezze alto borghesi di Mr. Hervey, rivelandone l'estrema vacuità e debolezza.