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LA TRATTATIVA regia di Sabina Guzzanti

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Satyr     8 / 10  29/10/2014 18:44:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo promemoria della Guzzanti su un pezzo di storia italiano che ogni decennio andrebbe ricordato con maggiore convinzione. Un puzzle di sequenze storiche e fiction orchestrato alla perfezione, dove la "semplicità" nel mostrare i fatti diventa il pregio maggiore.
Niko.g  30/10/2014 12:15:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì un ottimo puzzle, creato ad arte.
Satyr  30/10/2014 13:38:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scrivi un commento o esponimi il tuo appunto,
altrimenti non so cosa risponderti. Esattamente, cosa
non ti torna?
Niko.g  30/10/2014 14:40:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma no niente. E' che questi film della Guzzanti and compagny pulsano di demagogia da distanze siderali e... sì puzzano anche. Distorsione pura della realtà, tipo Fahrenheit 9/11 di Michael Moore o un servizio a caso di Michele Santoro.
Satyr  30/10/2014 15:41:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Deduco che tu non abbia visto il film. Comunque (è il primo film
della Guzzanti che vedo, non conosco gli altri) qui ci si limita a un
reportage su fatti e testimonianze già ampiamente conosciuti. Non
è uno scoop, ma un promemoria.
Niko.g  30/10/2014 16:51:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un reportage riporta alcuni fatti, che montati in un certo modo creano un effetto spesso non corrispondente alla realtà, come nel caso degli esempi che ti ho citato prima e come nel caso delle intercettazioni telefoniche riportate a spezzoni e incollate, che suonano in maniera diversa da come suonerebbero se contestualizzate e sentite per intero. Anche Michael Moore fa reportage.
In questa storia poi ci sono più ombre che luci, in più ci mettono gli attori ad interpretare con le intonazioni e a enfatizzare questioni delicatissime di cui la Guzzanti crede di sapere tutti i retroscena. Una che manifesta solidarietà a Riina e Bagarella (!!!) per non essere stati ammessi come imputati alla deposizione di Napolitano, senza sapere che è la Costituzione a riconoscere un'immunità al Capo dello Stato. Si qualifica da sola.
Satyr  31/10/2014 01:42:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quel tweet di solidarietà era una provocazione.
Ma spiegami, perché (e lo dico senza sarcasmo) sull'argomento
confesso una certa dose di ignoranza: che c'entra l'immunità di Napolitano con la presenza di Riina e Bagarella in sala? Non era
un loro diritto assistere a quella deposizione?
Niko.g  31/10/2014 19:29:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Innanzitutto tieni presene che i boss già non possono essere fisicamente presenti nell'aula bunker dell'Ucciardone a Palermo (solo in videoconferenza), figuriamoci al Quirinale, cioè la sede dove, in base all'art. 205 codice di procedura penale, è prevista la testimonianza del Presidente della Repubblica.
A questo punto siccome, sia il Capo dello Stato che la sede che lo ospita, godono di speciali prerogative di natura costituzionale (ad esempio le forze dell'ordine non possono accedere al Quirinale e non sarebbe quindi possibile assicurare l'ordine previsto durante le udienze), la Corte d'Assise di Palermo ha negato la presenza ai due mafiosi. In pratica al Quirinale possono entrare solo accusa e difesa, neanche la scorta dei magistrati. La videoconferenza invece è esclusa perché è prevista solo per le deposizioni in aula.
Quanto alla provocazione della Guzzanti, io penso che di fronte a personaggi come Riina e Bagarella, debba sempre prevalere il buon senso e il buon gusto, se non altro per rispetto nei confronti delle vittime degli attentati.