caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LUCY regia di Luc Besson

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5 / 10  21/01/2015 11:10:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Besson spiegare chi sia la protagonista non interessa, tanto meno specificare cosa faccia a Taiwan. Studentessa o sbandata, frequenta un tizio poco raccomandabile, il quale la costringe a consegnare una misteriosa valigetta. Non ha passato, non ha futuro, solo il presente dove incarna la prima donna di una nuova razza. Del resto si chiama Lucy, nome attribuito al più importante ritrovamento fossile di ominide della storia, come più volte sottolineato in maniera didascalica per i più duri di comprendonio.
In men che non si dica la ragazza si trova a fungere da galoppino di una nuova rivoluzionaria droga per un gruppo malavitoso capeggiato dall'ottimo Choi-Min Sik, ovvero l'attore feticcio di Park-Chan Wook.
La sostanza inserita chirurgicamente nel ventre fuoriesce dal pacchetto in cui è stata sigillata e la nostra si ritrova a vestire i panni di una supereroina, capace di decuplicare le capacità sensoriali cui può attingere un normale essere umano.
Lucy nel giro di qualche ora evolve e muta, sa di non avere molto tempo, ma prima di morire intende far dono all'umanità tutta di un importante lascito.
Molto generoso da parte sua, anche perchè gli orientali dalla pallottola facile non mollano l'osso, infuriati per aver perduto la roba arrivano in Europa e mettono Parigi a ferro e fuoco come nulla fosse.
Bisogna ammettere che Besson la butta in caciara meno del solito, pur offrendo sequenze decisamente adrenaliniche e improbabili (la corsa in auto tra le vie della ville lumière, la sparatoria in università), aderisce ad una narrazione più intimista e meno sanguinaria, venata da spicci spunti evoluzionistici e filosofici.
Purtroppo i momenti ridicoli o poco riusciti hanno enorme voce in capitolo, anche accettando di buon grado l'esagerato assunto sci-fi della droga potenziante.
L'occasione appare sprecata perchè tutto si rivela di una superficialità innegabile; non è un revenge movie alla "Nikita" tanto per intenderci, aspirerebbe ad andare oltre ma il racconto incappa in numerosi snodi concatenati alla meno peggio rivelandosi fondamentalmente "freddo". Specchio dell'operazione è Scarlett Johansson chiamata ad un'interpretazione disinnescata. Difficile creare empatia con una sorta di divinità inespressiva, poi nel complesso la pellicola non riesce mai veramente a decollare, con personaggi appena abbozzati e un finale frettoloso.