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LUCY regia di Luc Besson

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sev7en     5½ / 10  19/09/2014 09:27:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una studentessa taiwanese viene obbligata a consegnare una valigetta del contenuto ignoto e quello che doveva essere una tranquilla giornata di studio, la consacra come testimone di una fra le realtà scientifiche più utopiche: la capacità di poter sfruttare il 100% della nostra materia grigia...

Luc Besson, regista francese con alle spalle una carriera vissuta sulle montagne russe, dopo gli ultimi insuccessi in sala, criticati da stampa e pubblico per piattezza e inconsistenza dei contenuti trattati, torna ai temi che in passato lo hanno consacrato agli studios, affidandosi nuovamente a temi scientifici / fantascientifici e, soprattutto, ad una sexy e accattivante femme fatal.

L'oggetto da Superquark è il nostro cervello e il contendere gli scenari che potrebbero aprirsi nel caso in cui le affascinanti teorie del Dott.Samuel Norman trovassero riscontro oggettivo: un galvanizzante Morgan Freeman, difatti, voce narrante della prima parte del film, illustra i cambiamenti che progressivamente corpo, mente umana e ambiente circostante potrebbero subire con il pieno controllo delle facoltà mentali, attualmente sfruttare solo per il 10%.
Cavia, vettore ed in seguito illuminata, la bellissima Scarlett Johansson, studentessa che dopo essere stata drogata con una sostanza sintetizzata, il CHP4, anziché impazzire riesce a tollerarla e con essa il graduale potenziamento delle sue capacità intellettive, scandite da "cartelloni" stile incontro pugilistico con la percentuale raggiunta e dagli effetti "collaterali" sull'ambiente circostante.

Il CHP4 è una droga che il boss di turno, un ingessato Choi Min-sik vorrebbe immettere sul mercato per "monetizzare", ragion per cui mentre la nostra eroina intraprende una corsa contro il tempo per consegnare la sua conoscenza al dottore, affinché possa essere "di tutti", si assiste ad un ribaltamento del genere, che passa in modo disarmante dalla scienza, affascinante e mai ammorbante alla Contact, all'action-movie con soggetti ESP alla Matrix, sparatoie, personaggi affissi al soffitto, armi calamitate e, purtroppo, molto altro… Inizialmente l'analisi è introspettiva e risulta essere affascinante in quanto la protagonista è in grado di avere consapevolezza di cosa abbia vissuto nei primi anni di vita, delle prime poppate, del calore degli abbracci materni… di quanto archiviato nelle aree remote della nostra mente che la frenesia della vita moderna e delle "priorità" finiscono per oscurare, ma poi, purtroppo, Besson rovina tutto, forse temendo che il pubblico in sala non sia sufficientemente in grado di farsi rapire dai ritmi lenti o da tematiche comunque non gossippare.

E' un peccato perché a livello registico la prima parte riesce sapientemente ad alternare la teoria, esposta dal palco, con la pratica, gli effetti su Lucy, mentre negli ultimi 30 minuti, dove è condensato il restante 50%, si assiste ad un vero e proprio rush, come se il regista fosse a corpo di "pellicola".
Gli effetti speciali sono nella norma, niente di straordinario se confrontati ad esempio con Limitless, film affine per tematica, ma in molti frangenti esagerati, mentre il comparto audio è inesistente. I dialoghi sono affascinanti, le riflessioni della Lucy toccanti e profonde ma la contaminazione dei numerosi generi a cui il regista ha erroneamente guardato ha minato un'opera prima, un capolavoro e soprattutto la possibilità di poter nuovamente brillare negli annali.
Al box office americano il film ha già ampiamente ripagato i costi di produzione ma resta la consapevolezza, questa sì senza dover raggiungere il 100%, di un capolavoro mancato.