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PASOLINI regia di Abel Ferrara

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  23/10/2015 11:46:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Torna a flirtare con la sue radici (paterne) tricolori Abel Ferarra, e lo fa mettendo in scena le ultime ore di vita di Pier Paolo Pasolini tra interviste, momenti di vita famigliare e finestre immaginarie inerenti i progetti futuri (il romanzo "Petrolio" e il film "Porno-Teo-Kolossal" per il quale chiamò in causa Eduardo De Filippo) del poliedrico autore, autodefinitosi scrittore - come da passaporto- ma in realtà molto più che semplice romanziere, saggista o sceneggiatore.
Una mente illuminata e geniale, tormentata e controversa, dalla quale Ferrara estrapola un'infinitesima parte mediante un pensiero/atteggiamento politico, culturale e sociale poco approfondito. Sfugge l'obiettivo di questa operazione con un Willem Dafoe mimetico quanto basta ma non proprio esaltante; il tutto sembra più un'urgenza del regista, un omaggio magari, ma non un'opera divulgativa o atta a imbastire qualsivoglia riflessione.
Il "Pasolini" di Ferrara risulta così un film asciutto, di certo originale nella forma, ma anche troppo algido e privo di sostanza, solo in sporadici tratti incisivo nel restituire la dimensione di questo grande personaggio.
Probabile che l'intento del regista fosse altro, fatto sta che ridurre in questo modo il pensiero, il mondo, e il lascito di Pasolini non giova alla pellicola, in fin dei conti basata su passaggi interessanti (l'intervista al reporter francese e quella giornalista de "La Stampa") e molti altri un po' superflui o addirittura gratuiti (il dolore della madre una volta saputo dell'assassinio del figlio, le cene nei ristoranti, l'accanimento durante l'omicidio). Intrigante invece quando il regista si erge ad alter ego del suo protagonista, e sostituendosi ad esso immagina come sarebbero potute apparire sullo schermo le sopracitate opere incompiute.
Pellicola dagli intenti nebulosi e dal risultato purtroppo anonimo.