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PASOLINI regia di Abel Ferrara

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     8½ / 10  13/10/2014 08:31:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vado in totale controtendenza e affermo che il film non solo mi è piaciuto, ma che mi ha emozionato non poco e che la sua maggior riuscita è stata quella di aver diviso critica e pubblico: finalmente un salutare film "discutibile", cioè fatto per discutere.
Contrariamente a tutti i giudizi che ho letto sotto, ritengo le parti oniriche assolutamente azzeccate, ben legate alle vicende reali e toccanti.
Quanto alla scelta di raccontare le sue ultime 24 ore di vita, credo sia stata altrettanto azzeccata ad evitare un documentario o, peggio, l'ennesima apologia di un personaggio intellettualmente e fisicamente scomodo del cui pensiero complesso, talvolta ermetico e contraddittorio, oggi tutti pensano di potersi appropriare, dall'estrema destra all'estrema sinistra passando per i più bigotti sino agli atei più materialisti.
Ferrara ha saputo descrivere e mostrare la grandezza intellettuale di Pasolini partendo dai pochi frammenti sui quali stava lavorando e sugli incontri che ha avuto in quelle 24 ore, contrapponendogli la sua natura fisica e istintuale irruenta e irrisolta, senza fronzoli. Da omosessuale posso dire tranquillamente che il film ha descritto in maniera impeccabile i fantasmi di Pasolini e le contorsioni intellettive con le quali tentava di "nobilitarli" (dandogli quella potentissima dimensione metaforica che è culminata cinematograficamente nel tremendo "Salò, o le 120 giornate di Sodoma", opportunamente citato all'inizio insieme alla sua passione totale per il "fare cinema").
Tecnicamente impeccabile (stupenda la fotografia di Roma e ottime le scelte musicali "colte"), con un Dafoe che ormai ergo a mio attore preferito in assoluto (non ha "recitato" Pasolini, "era" Pasolini: del resto Dafoe è una persona intellettualmente molto raffinata, ha dichiarato di aver fatto un lavorone di documentazione sul nostro "écrivain", e si vede!), stupendo il tratteggio pudico riservato alla madre (impagabili i primi piani del suo trattenuto disappunto rispetto ai racconti di Laura Betti durante il pranzo, per non parlare dell'abbraccio sul letto tra le due donne dopo la morte del figlio); forse un po' sottotono (o magari in soggezione) Scamarcio e Mastrandrea; però la trovata di mettere insieme Ninetto Davoli (stupendo anche da anziano) e Scamarcio nelle sequenze oniriche dell'ultimo e mai realizzato film pensato da Pasolini è stata notevole!!
Mi ha sinceramente commosso il finale in cui Ferrara e il suo co-sceneggiatore italiano hanno accostato l'omicidio di Pasolini al finale del suo film immaginato: in poche sequenze hanno saputo racchiudere tutta l'essenza della vita e del pensiero del grande intellettuale friulano: ci agitiamo a fatica nell'esistenza per poi morire senza mai trovare un Paradiso, ma semplicemente per contemplare meglio le (poche?) bellezze e le (troppe?) miserie del Globo Terrestre.
Ci voleva un americano eccentrico, passionale e coraggioso per districare così bene (e rendere altrettanto bene in immagini) tutto il pensiero di questo profeta tragico, un omaggio cinematografico da regista a regista: bravo Ferrara, da parte mia promosso a pienissimi voti, anche per il groppo in gola col quale sono uscito dalla sala cinematografica e dal quale devo ancora riprendermi a distanza di 2 giorni dalla visione di questa pellicola sincera e toccante.