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PASOLINI regia di Abel Ferrara

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade     2 / 10  29/09/2014 02:10:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il primo film che ho visto di questa edizione del Festival è il tanto atteso "Pasolini", stroncato dalla critica, disprezzato dagli amatori del giornalista friulano ed ignorato da tutti gli altri. Ma è veramente così orribile il nuovo film di Abel Ferrara? Posso davvero permettermi di archiviare questa "biografia" come un lavoro mal riuscito? Pur essendo il giudizio mio personale totalmente negativo, voglio soffermarmi su alcune motivazioni.
Abel Ferrara è un regista eterogeneo che predilige il genere thriller ambientando le sue opere nei bassifondi delle città; nel 2011 decide di studiare la figura di Pasolini a tal punto da prendersi una pausa di riflessione e di allontanarsi dalle scene per approfondire la sua nuova idea. Pasolini viene studiato nell' immagine, attraverso i suoi documentari, nella sua dialettica e la ricerca sembra orientarsi nell'ultimo periodo della sua esistenza a Roma. La prima scelta azzardata del regista è William Defoe, sicuramente non noto per la sua bellezza che per l'occasione viene ulteriormente alterato per somigliare il più possibile all'ultimo Pasolini arrotondando per difetto alcune sue irregolarità estetiche. Come se non bastasse un doppiaggio disastroso alterna dialoghi in inglese a momenti in cui si tenta disperatamente un italiano dal fortissimo e fastidioso anglo-accento.
Il resto del cast non è d'aiuto : Scamarcio, Ninetto Davoli e Mastandrea, di certo non sono i miei attori preferiti, ma hanno fatto di meglio nella loro carriera. Gli episodi dei due avventurieri Epifanio e Ninetto Davoli non legano tra di loro e si fa fatica a seguire una sceneggiatura confusa e sfilacciata soprattutto nella parte centrale del film dove alcune scene rischiano addirittura di apparire fuori contesto, se non nella mente del regista che sicuramente avrà seguito una sua logica del tutto personale.
Là dove quindi ci sono dubbi sulla sceneggiatura, il contenuto non aiuta di certo. Senza soffermarmi su scene di dubbio gusto come il rito della fertilità, credo che il punto debole di questa operazione sia la storia in generale, l'ossatura dello script : il soggetto si sviluppa nel giro di pochi mesi e si concentra negli episodi in cui Pasolini scrive, trascorrendo le ultime ore della sua vita con l'adorata madre, riflettendo sulla sua vita e più tardi alla ricerca nella notte di avventure in Alfa Romeo. Avventure notturne che diventano il pretesto per il regista di dare una sua versione dei fatti al pestaggio dell'idroscalo e così il film si conclude in interminabili 5 minuti di una scena opaca ed interpretata in modo terrificante dal protagonista e dai ragazzi di vita.
Tutto il resto del film è pieno di citazioni, frasi, eventi storici diretti da un regista che sembra aver capito tutto di Pasolini e che invece ha capito ben poco oscurando la sua indole , e rendendo il personaggio privo di anima, smorto e , ripeto, insopportabile quando tenta di parlare in italiano. Il regista non fa un' analisi profonda di Pasolini e aderisce ad uno stile narrativo semi documentaristico per cui raccontare la biografia di un personaggio significa aderire in tutto e per tutto al suo pensiero.
Uscito dalla sala speravo di conoscere qualcosa in più di questo personaggio di cui si è tanto discusso, ma in realtà ho saputo ancor meno. Sicuramente non vi piacerà.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/09/2014 01:39:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è stato stroncato dalla critica, diciamo solo che ha diviso. Alcuni l'hanno anche apprezzato