caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SE CHIUDO GLI OCCHI NON SONO PIU' QUI regia di Vittorio Moroni

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Spotify     7 / 10  22/04/2017 04:45:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non male questo film di Vittorio Moroni. Di certo non un'opera originalissima, però la qualità non manca, segno che il nostro cinema, non è ancora completamente morto.
Il film in questione è molto delicato, riflette su tanti argomenti, tutti attuali. Il regista si dimostra molto bravo ad amalgamare tante tematiche tra di loro, ottenendo un unico grande calderone.
La storia è ambientata in Friuli Venezia Giulia, e vede protagonista Kiko, un ragazzo di 16 anni che vive con la madre filippina. Il padre del giovane è deceduto anni prima ed ora, il nuovo compagno della madre è Ennio, un capo operaio. Questi ha un carattere rude, a volte persino violento. Gestisce un cantiere di manodopera clandestina. Ne fa parte anche Kiko. Un giorno il ragazzo, il quale va molto male a scuola, conosce Ettore, un amico del padre. L'uomo vuole aiutare Kiko e così tra i due si instaura un rapporto di solida amicizia. Un giorno però, un'incredibile rivelazione di Ettore a Kiko cambia tutto.
Come detto prima, Vittorio Moroni trasporta sullo schermo tante tematiche d'attualità, rimodellandole poi a modo suo per svilupparci la vicenda. Viene trattata l'integrazione degli extracomunitari nel nostro paese, la manodopera clandestina, il rapporto tra patrigno e rispettivo figlioccio e così via. Il regista mette tanta carne al fuoco riuscendo ad avere un risultato soddisfacente. Tutti gli elementi sopracitati vengono trattati con la dovuta attenzione. Ogni tema ha il suo spazio e spesso uno si mischia con l'altro, dando all'astante diversi punti di vista sui quali riflettere.
Diciamo che il director, attraverso questo film, ha voluto fare una specie di ritratto sociale, proprio di alcune zone dell'Italia.
La direzione degli attori è buona, tutti sono credibili e anche i personaggi sono interessanti. Ettore ad esempio intriga molto. Anche lo stesso Kiko è un soggetto che lo spettatore vuole conoscere.
Il ritmo è discreto. La pellicola non è esattamente incalzante però risulta piacevole e momenti morti non ce ne sono mai. I dialoghi soprattutto aiutano a tenere alta l'attenzione, sono uno degli elementi su cui Moroni si è dedicato di più.
Il finale riserva un colpo di scena davvero inaspettato. Peccato però che a livello emotivo lascia poco. Visivamente è ben fatto, però non è ben strutturato.
Il cast è di spessore: ottimo Giorgio Colangeli, una recitazione solida e carismatica. Certo, non siamo di fronte a nulla di eccezionale, però l'attore romano dimostra di starci benissimo dietro la macchina da presa. Espressioni convincenti e interpretazione dei dialoghi molto realistica.
Bella prova anche di Beppe Fiorello. L'attore siciliano dimostra di saper fare la parte del duro e infatti riesce in fretta a "conquistarsi" l'antipatia dello spettatore.
La scenografia è azzeccata. Il luogo dove si svolge la vicenda è desolato e sperduto e rispecchia lo stato d'animo vuoto e triste di Kiko.
La sceneggiatura è lineare ed abbastanza scorrevole. Niente male sia la caratterizzazione dei personaggi che i dialoghi. E poi c'è un gran colpo di scena finale. C'è qualche passaggio a vuoto, tipo il finale dove si capisce che a Moroni e Piccaredda sono venute a mancare le idee.
Il difetto più importante però, sta nella regia stessa. Il director, nonostante conduce bene gli attori, da ritmo e utilizza bene le svariate tematiche sociali, adotta uno stile registico troppo scolastico e spesso televisivo. Lo si capisce spesso da alcune inquadrature e da un certo uso della fotografia, la quale sembra quella dei telefilm della rai.

Conclusione: una pellicola che si lascia guardare, non indimenticabile, però intrattiene e punta su un grande cast. Il 7 (un po' stiracchiato) ci può stare.