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NOSFERATU - IL PRINCIPE DELLA NOTTE regia di Werner Herzog

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DankoCardi     9½ / 10  30/07/2022 13:45:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film si apre su una agghiacciante carrellata su delle mummie autentiche che quando lo vidi da piccolo mi mise una paura che preferisco non ricordare...ma in praticamente l'horror come noi lo intendiamo finisce qui, perchè Herzog nel cimentarsi con il remake di una delle pietre miliari della filmografia dell'orrore riesce a trasformare il tutto in un'opera d'autore, un vero e proprio "horror metafisico" che non punta sullo spavento ma sull'angoscia e sul dramma. Le rappresentazioni, infatti, risultano molto realistiche e terrene; l'iconografia tipica del genere del' orrore gotico (pensiamo alle pellicole della Hammer) lasciano il posto al verosimile che si denota nei più piccoli particolari, come ad esempio il cocchiere della carrozza che porta al castello di Dracula. Prendiamo la scena in cui Harker (uno straordinario Bruno Ganz perfetto per il ruolo), si aggira di giorno nel castello: non è il classico maniero da film dell'orrore, è un vecchio castello vero e proprio...eppure la sequenza risulta non meno inquietante e claustrofobica. Herzog conferma la sua vena pittorica nelle suggestive inquadrature dei paesaggi e calibrando al millimetro ogni singolo fotogramma grazie anche ad una fotografia con perfetti contrasti giorno/notte; ma il regista non si ferma qui perchè rende la pellicola innovativa laddove non cerca per forza omaggi o riferimenti all'espressionismo tedesco di cinquant'anni prima ma (a parte un paio di meravigliosi giochi di ombre) dirige con un taglio moderno appunto per rendere il suo film un preponderante esempio del "nuovo cinema tedesco" che stava venendo fuori in quegli anni. Non avrebbe potuto meglio rappresentare il senso di desolazione e di morte portato dalla peste sulla città -che è la splendida Delft in Olanda-. Un senso di perdita totale della speranza che prosegue fino al rivoluzionario finale. Ci vorrebbe, poi, un libro intero per analizzare l'inarrivabile interpretazione del folle Kinsky il cui aspetto mostruoso, da pipistrello antropomorfo, è il buio che si contrappone alla luce ed alla bellezza di una angelica Isabelle Adjani; basti solo dire che Kinsky non ci fa rimpiangere, anzi forse supera, Max Schreck dell'originale. Non possiamo poi trascurare un altro importantissimo elemento che contribuisce alla cupezza di questo film: la estraniante ed ipnotica musica dei Popol Vuh; io che ho il cd della colonna sonora posso garantire che è tanto bella e suggestiva quanto atroce, con brani-mantra che si ripetono all'infinito. Non solo un classico ma un capolavoro praticamente sotto ogni punto di vista; Werner Herzog in questo caso ha letteralmente reinventato l'horror...senza fare un film horror.