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SIN CITY regia di Frank Miller, Robert Rodriguez

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LoSqualo     9 / 10  26/05/2017 23:45:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'opera più rappresentativa del regista Frank Miller ma allo stesso tempo anche del collega Robert Rodriguez è questo fumetto d'intrattenimento cinematografico chiamato Sin City proprio come l'omonimo fumetto sempre scritto da Miller, di cui la pellicola mette in scena i tre episodi del suo fumetto di morte, Quel bastardo giallo 1 e 2, un abbuffata di morte diretto in parte da Quentin Tarantino "la scena in auto tra Dwight e Jackie Boy" per restituire un favore a Rodriguez, una dura verità "l'episodio che mi è sempre rimasto impresso ed a mio modesto parere il migliore dei tre", in più abbiamo anche dei mini episodi, ovvero il prologo e l'epilogo entrambi con l'entrata in scena di Josh Hartnett.

Parlando dei registi Miller e Rodriguez, questo è appunto il loro punto più alto nella loro carriera, sempre per mio parere personale, dove gli altri che meritano attenzione sono Machete e Planet Terror per Rodriguez e solamente questo Sin City per Miller che fino ad ora a diretto soltanto tre lungometraggi tra cui il sequel di questa pellicola.

Il loro lavoro si avvale veramente di una componente davvero originale ma anche insolita nel cinema come quello del pulp, di cui uno dei pilastri è ovviamente Tarantino che lo lancio con il suo Pulp Fiction, ma di cui è anche un cultore Rodriguez che lo installato alla perfezione con Miller in questo Sin City, dove è appunto il pulp, e anche i suoi svariati rami cinematografici, come lo sono lo splatter, la violenza e il noir di cui il film è ricolmo, soprattutto del primo genere.

Difatti sono molte le sequenze colorate dal colore rosso sangue delle vittime dei suoi protagonisti principali ma anche del loro, ottima l'idea di girare il film nel formato bianco e nero che da più l'idea di un fumetto e in questo caso di vignette animate pronte a rompere il grande schermo,

La violenza più efferata è la caratteristica chiave di questa pellicola e la chiave del suo successo, oltre a questo il lavoro dei due talentuosi registi è davvero ricco di tensione, di adrenalina se vogliamo dirla tutta anche di esistenzialismo, in primis con i personaggi di Hartigan e con la sua frase storica "il vecchio per la bambina, uno scambio più che equo", agente dalle maniere letali interpretato da un grande Bruce Willis quando ancora era uno dei migliori attori del genere, e non quello che vediamo adesso in film squallidi e nelle pubblicità della Vodafone; poi abbiamo Marv il personaggio più rappresentativo di questa pellicola, un tipo brutto e cattivo fino al midollo, ma che grazie all'affetto provato da una donna ritroverà un senso alla sua miserabile vita, ma allo stesso tempo ancora più violenza e morte nel suo cammino redentivo e vendicativo, personaggio interpretato da un grande Mickey Rourke.

Non sono da meno i villain dei tre episodi, rispettivamente interpretati da Elijah Wood - Kevin in Una dura verità "un assassino cui piace la carne umana", Benicio Del Toro - Jackie Boy in Una abbuffata di morte " un poliziotto un troppo sopra le righe" ed infine Nick Stalh - Roark Junior in Quel bastardo giallo 1 e 2 "un pedofilo psicopatico e nemico di Hartigan", inoltre nel cast abbiamo la presenza anche di alcune Femme Fatale di cui il seguito ne avrà una come pilastro portante "Eva Green", mentre in questo abbiamo Jessica Alba, Brittany Murphy e Rosario Dawson.

Quindi un lavoro davvero di alta classe, dove tutti gli episodi si andranno a intrecciare uno con l'altro facendo si che i vari personaggi incrocino le loro strade in diverse situazioni future o precedenti ai duri fatti che li andranno a coinvolgere, il finale anche lui grandioso e che finisce come era iniziato.

Quindi promuovo a pieni voti il lavoro di Miller e Rodriguez, dove si vede tutta l'originalità di Robert e la maestria nello sceneggiare di Miller, ottimo il contributo di Tarantino che mette del suo in quelle poche scene, e che rende il film surreale e imprevedibile come del resto è la morte.