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MOMMY regia di Xavier Dolan

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9½ / 10  12/01/2015 08:31:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esiste qualcosa di peggiore della morte? La risposta è sì.
Esiste una legge quantistica che compensa l'eccesso di densità della vita, delle sue emozioni, con l'altra faccia della sua medaglia, la morte? La risposta sembra essere decisamente sì. E' un gioco a somma zero.
Esiste un limite oltre il quale anche l'amore più grande e più forte, quello di una madre verso il proprio figlio, non può andare e deve giocoforza arrendersi? La risposta è anch'essa sì. Forse.
Nelle prime due dolorosissime prese d'atto e nella sospensione della terza sta tutta la consistenza esistenziale di questo straordinario exploit firmato Xavier Dolan, autentico enfant prodige del Cinema (con la maiuscola) dal talento assoluto e debordante che partorisce a 25 anni un film che se non è un capolavoro, senz'altro ci va vicinissimo.
E' la prima volta che un talento così acerbo riesce a fare esattamente quel che il protagonista del suo film non è capace di fare: sintetizzare e distribuire al meglio la sua parossistica energia creando un equilibrio magico proprio attraverso l'eccesso e non contenendosi mai. Un autentico miracolo.
Dotato di una padronanza tecnica mozzafiato (virtuosistica la fotografia di André Turpin, tutta giocata su prospettive inconsuete e su incredibili giochi di sfocatura/messa a fuoco; geniale l'uso dei formati di inquadratura, i famosi "aspect ratio"; impressionante il montaggio -curato dallo stesso Dolan- che non rallenta mai il ritmo solenne e forsennato di tutti i 140 minuti di narrazione, curatissimi gli effetti sonori), il regista québécois fa una sorta di "summa matura" dei suoi precedenti lungometraggi e dello straordinario videoclip "College Boy" del popolarissimo gruppo rock francese Indochine che tanto ha fatto discutere oltralpe per l'estrema violenza delle immagini che commentano le considerazioni di una vittima di ordinario bullismo omofobico e dal quale è saltato fuori Antoine-Olivier Pilon , il protagonista di "Mommy".
E chissà che proprio quest'ultima esperienza artistica, girata in 1:1 con uno straordinariamente asettico bianco-e-nero (recuperatelo su internet insieme a una buona traduzione del testo di Indochine, vale davvero la pena), non sia stato il déclic che abbia fatto scattare "Mommy", a cominciare dall'idillio con il giovane attore protagonista che si scatena in una interpretazione senza freni, assoluta, esattamente come quando si fa crocifiggere nel cortile della sua scuola nel citato videoclip.
E giustamente gli attori, posseduti e invasati dai loro personaggi (cosa poter dire di fronte a tanta bravura?) ma comunque diretti con mano di ferro fin nelle ultime pieghe dell'ultimo dei muscoli corporei, tutti inquadrati in primissimo piano, senza concessioni, trasmettono a questo film quell'eccesso di vitalità che esige il suo contrario per (tentare di) trovare un equilibrio. Se di Anne Dorval, attrice-feticcio di Dolan, e di Pilon è stato detto tutto, cosa poter esprimere su Suzanne Clément, che tratteggia con infinita delicatezza e realismo assoluti la parte più forte e insieme più debole del triangolo inscenato dal regista canadese?
Sì, perché infine di questo si tratta: di un triangolo amoroso che esclude chiunque ne sia all'esterno, talmente assoluto da non poter che implodere.
Un'ultima considerazione sulla musica, che in questo film assume un valore totale elevando forse per la prima volta la tecnica dei videoclip a forma d'Arte a tutto tondo: raramente un commento non originale è mai stato tanto efficace quanto struggente ed emozionante. Dai titoli di testa a quelli di coda, passando per il terribile karaoke bocelliano, siamo letteralmente invasati dalle note che accompagnano e commentano le furiose sequenze che riempiono i nostri occhi turbando profondamente le nostre anime.
Sì, perché uscendo dalla sala ci si accorge di essere stati sottoposti a un autentico elettroshock dell'anima attraverso potenti scariche elettriche emotive. Magia del Cinema. Con la maiuscola.
pier91  12/01/2015 15:25:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"E' la prima volta che un talento così acerbo riesce a fare esattamente quel che il protagonista del suo film non è capace di fare..." proprio così, bel commento Luca!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/01/2015 17:17:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/01/2015 17:19:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
P.S.: hai visto il videoclip? Che ne pensi?
pier91  12/01/2015 22:36:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  13/01/2015 19:15:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le immagini accompagnano il testo in maniera molto potente. Tra l'altro questo clip ha avuto il grandissimo merito di aprire un dibattito enorme sul tema denunciato dalla canzone. E come al solito Dolan non s'è minimamente contenuto!!!