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MOMMY regia di Xavier Dolan

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baloum     10 / 10  04/12/2014 18:26:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci tengo ad annunciarlo qui e ora: Mommy è il miglior film del 2014.

Così, con un mese d'anticipo e senza troppi fronzoli. Perché? Perché raramente un lungometraggio è riuscito a emozionarmi ininterrottamente per tutta la sua durata e a colpirmi così nel profondo da spingermi a desiderarne una seconda visione(forse l'ultimo in ordine di tempo era stato nel 2004 Million Dollar Baby).

Premiato ex aequo a Cannes con Audieu au langage di Godard, l'ultima opera di Dolan (25 anni e gia cinque film all'attivo!) ha il grande pregio di raccontare una storia archetipica (il complicato rapporto madre-figlio) in modo del tutto originale. Basti pensare semplicemente alla scelta dell'aspect ratio e alla sua declinazione nel corso della pellicola:se infatti il formato 1:1 ribattezzato polaroid o selfie è estremamente funzionale per accentuare il lavoro d'introspezione (sia da parte del regista che da parte del pubblico) sui protagonisti con lo stesso intento che un tempo spettava al Kammerspiel tedesco, la sua successiva mutazione è più emozionale e facilmente riconoscibile rispetto ad esempio a quella che componeva il Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che da buon cinefilo aveva scelto coraggiosamente di utilizzare il passaggio dal 16:9 al 4:3 per omaggiare un certo tipo di cinema del passato (Lubitsch in primis).

Eppure, dopo la scettica visione di Tom à la ferme, mai avrei pensato di potermi innamorare dei personaggi di questo più che promettente regista canadese. E così piuttosto inaspettatamente mi sono perdutamente innamorato di Diane, una madre forte, una donna debole così come debole e contemporaneamente forte è suo figlio Steve che vorrebbe spaccare il mondo ma che invece si limita all'autodistruzione. E inevitabilmente mi sono invaghito anche di Kyla e della sua timidezza forzata che cela enorme sofferenza. Queste tre meravigliose anime tormentate, abbandonate a se stesse da una società che promulga leggi eticamente discutibili, finiscono con il formare una delle famiglie più affascinanti e atipiche mai viste sullo schermo. Dolan accudisce teneramente i membri di questo trio, ce li fa odiare e amare in un vorticoso parossismo sentimentale e con la sua regia ci stupisce e ci tiene in ansia per il loro futuro incerto che oramai è anche un po' nostro. Impossibile tralasciare le interpretazioni degli attori: da una maestosa Anne Dorval (attrice feticcio del regista) al fragoroso Antoine Olivier Pilon fino ovviamente al tocco delicato di Suzanne Clément. Ma una menzione speciale la merita senz'altro la toccante colonna sonora che spazia tranquillamente da Einaudi agli Eiffel 65 passando per Celine Dion e gli Oasis (la loro Wonderwall accompagna quella che secondo me è la sequenza migliore del film) e che probabilmente rasenta la perfezione delle ballate folk di Inside Llewyn Davis.
hghgg  04/12/2014 19:11:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E teniamolo da conto, allora. Anche se la colonna sonora non mi convince affatto :)