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LA TAVERNA DELLA GIAMAICA regia di Alfred Hitchcock

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  06/05/2005 22:08:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'atto finale di Hitch in Inghilterra è un film apparentemente insolito che sembra uscito dalle pagine di Stevenson (il personaggio di Laughton a tratti rievoca il Silver di treasure island) e di Hodgson (il ricordo magari indiretto de "L'orrore del mare). Figurativamente quasi splendido, è un'opera che non si distingue certamente nè nella filmografia di H. nè nel campionario piuttosto fitto dei film d'avventura del cinema.Hitch ne fu insoddisfatto soprattutto per la posizione "priviligiata" di Laughton che -specialmente nel tronfio finale - gigioneggia più del dovuto. Eppure il film merita di essere segnalato: la purezza quasi illesa di Maureen O'Hara - qui al suo debutto cinematografico - davanti a tutti quei malviventi e uomini brutali - resta una luce nel faro della notte, e la fotografia vanta squarci memorabili, piuttosto sinistri come i paesaggio scozzesi de "i 39 scalini". Quanto a Laughton, beh, pensiamo a questo doppiogiochista che regna nella legge e la viola quotidianamente - in un piccolo covo di anarchia da outsiders - che fa i suoi sporchi affari con i più laidi briganti e al tempo stesso vive nel lusso e puo' permettersi di recitare Lord Byron:

"Come la notte
cammina
vestita di bellezza,
reami senza nuvole
e cieli stellati,
cio' che di più bello
è nell'oscurità
e nella luce
eguagliia il suo aspetto,
e la sua lucentezza"

Il tema dell'aristocratico corrotto, la fiera dei princìpi per cui l'uomo non è necessariamente e soltanto influenzato dalla sua situazione sociale, è uno dei temi ricorrenti di Hitchcock.
Gli stessi briganti, per quanto possano apparire privi di morale, temono a volte la condanna, o si sentono anch'essi condannati ad espiarla.
Particolarmente azzeccato il personaggio del bandito-predicatore, che guardacaso rievoca vagamente l'ubriaco che cita passi Biblici ne "Gli uccelli" (viene citata persino Bodega Bay, baia vicino a San Francisco dove è stato girato quel film)
"La taverna della giamaica" è dunque un'esperimento curioso, artisticamente non va oltre la sufficienza (6 o 6.5) ma merita una media più alta in virtu' anche di queste indiscusse qualità.
Da antologia la rappresentazione quasi bucolica dei voraci ospiti del giudice -quando - vinta una scommessa - vengono regolarmente "annaffiati" con il loro compenso.