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WELCOME TO NEW YORK regia di Abel Ferrara

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Filman     6 / 10  24/04/2020 00:01:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per la prima mezz'ora si assiste al ritorno di Abel Ferrara al porno, ma in versione timida. Poi per quasi tutto il film avviene con grande lentezza un qualcosa di irrilevante e noioso: un caso giuridico che non ha implicazioni legali, umane o mediatiche. Tutto questo dovrebbe essere giustificato da un successivo monologo interiore di cinque minuti, una pappardella evangelica più che filosofica.
Il film vero e proprio inizia gli ultimi dieci minuti, quando si giunge finalmente al cuore del racconto, lasciato misteriosamente in disparte fino al conclusivo duetto tra il protagonista e sua moglie: un uomo grasso e rivoltante, un pervertito che in fondo è semplicemente uno stupido immaturo e forse, per questo, un politico di successo; la sua donna, la fredda e cinica mente che usava la sconsideratezza dell'uomo per fargli compiere le gesta che nella sua infantilità non avrebbe mai compiuto da solo.
WELCOME TO NEW YORK sarebbe potuto essere un film potente sul ruolo dell'uomo e della donna nel mondo, ma guardandolo si ha come la sensazione che sarebbe dovuto durare cinque volte di meno. E' ormai lampante che ad Abel Ferrara non serva un'ispirazione ma solo un bravo sceneggiatore.