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L'UOMO IN PIU' regia di Paolo Sorrentino

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JOKER1926     7 / 10  29/01/2015 15:29:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"L'uomo in più" nello scrigno dei lavori dell'ormai famoso Sorrentino ha valore essenziale, la pellicola in questione segna il debutto nel Cinema dell'italiano, alla base artistica già presenti attori come Toni Servillo che col tempo hanno scalato vette di successo incredibili e meritatissime.
L'architettura della narrazione svolge qui con Sorrentino un ruolo importante andando ad intrecciare, artisticamente, le vite di due omonimi, Antonio Pisapia. Due persone diverse legate da un qualcosa che può vivere sotto le concettualità della percezione, oltre la materia.

"L'uomo in più" è un suono triste ove i personaggi esistono in una discesa psicologica e sono risucchiati in un buco di depressione con pochissima luce. A gestire e a magnificare la scena un Toni Servillo di grande energia (come sempre) e un Andrea Renzi in una parte quanto mai sofferta ma vera.
Il lavoro musicale e le inquadrature (specie quelle dei sogni) sono un'altra stoccata vincente nell'egemonia del film di Sorrentino.

Abbiamo in apertura parlato di narrazione, è obbligatorio parlare anche della sceneggiatura, più che è importante essa è praticamente fondamentale. In effetti, "L'uomo in più", vive nella psicologia dei suoi uomini, fra miserie e sogni di rinascita. E' questa la più grande macchinazione del film, ossia una sceneggiatura significativa, simbolica.
L'unica cosa che sembra sfuggire, però, in questo bellissimo spaccato desolato e desolante di Sorrentino è tutto ciò che avviene verso la fine del film (escludendo lo straordinario monologo alla camera di Servillo). Sopraggiunge ne "L'uomo in più" una aria troppo filosofica che non spiega alcuni passaggi e quasi si orientalizza vertendo in modo pesante sul significante tralasciando, forse definitivamente, il significato. Sembra essere, in senso calcistico, un gioco di prima, cristallino e sublime ma forse eccessivo e per pochi.
Anche il titolo del film vuole o vorrebbe filosofeggiare circa il prolungamento e lo stroncamento di un'anima, il discorso diviene ben presto vago.