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L'OMBRA DEL DUBBIO regia di Alfred Hitchcock

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amterme63     8½ / 10  04/11/2008 22:20:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Insieme a "Prigionieri nell'oceano" questo è il primo film di Hitchcock americano anche nello spirito. E' anche un film validissimo. Qui Hitchcock dimostra di conoscere bene la società americana e i suoi "punti deboli", nei quali si può facilmente annidare l'inquietudine, l'insoddisfazione e, perché no, anche il materialismo e il crimine. In questo film (come anche in Sabotaggio) il "male" diventa un protagonista conturbante che si nasconde dove uno meno se lo aspetterebbe, cioè nelle cose quotidiane, nelle persone normali, anzi in quelle più care. Hitchcock riesce però sempre a non farsi trascinare o affascinare troppo dal male che rappresenta. I valori "positivi" rimangono comunque dei punti fermi e non vengono assolutamente scalfiti o messi in discussione. Alla fine vincono, ma l'esperienza del "male" risulta in ogni caso decisiva e quasi obbligatoria per "aprire gli occhi". Solo avendo conosciuto il "male" si può avere piena coscienza del valore che ha il "bene".
I protagonisti del film sono la famiglia e la tranquilla vita di provincia. Per aumentare la sensazione di realismo Hitchcock decise di girare il film in una casa vera di una città vera (Santa Rosa, nel sud della California) e non in una ricostruzione in studio. Tanta parte del film è spesa in scenette familiari o di normale vita cittadina, forse anche troppa. Infatti il difetto del film è una certa lentezza e prolissità nella prima parte, in cui si mostrano banali scene di vita familiare. C'è da dire che Hitchcock tratta questa famiglia in maniera per niente stereotipata. Intanto avvolge l'ambiente domestico nella sua solita ironia, che stavolta serve a rendere tutto più simpatico e quasi affettuoso. I genitori e i bambini sono tipici e strani allo stesso tempo.
Eppure, nonostante l'atmosfera serena, c'è chi vive inquietudini e ansie. Nel personaggio della giovane Charlie (la brava Teresa Wright), Hitchcock crea il prototipo del futuro giovane inquieto e ribelle "senza ragione". Se ne sta su di un letto a sognare, lamentandosi della monotonia della vita. Da brava idealista sogna qualche evento che possa scuotere la normalità e lo trova nell'arrivo dell'amatissimo zio Charles (un bravissimo Joseph Cotten – uno dei miei attori preferiti dell'epoca).
Lo zio è l'altro personaggio centrale del film e rappresenta l'altra "minaccia" al quieto vivere fondamento dell'America, cioè il materialismo, il cinismo, la disillusione (che vivrà i suoi splendori nei film noir quasi contemporanei a questo film). Rappresenta un po' anche il personaggio intorno a cui si focalizza l'attenzione e la curiosità dello spettatore, nonché l'arte di Hitchcock. Fin dall'inizio appare come un personaggio molto ambiguo e complesso. La sua filosofia di vita viene espressa nella splendida scena del primissimo piano: "il mondo è duro, brutto, difficile, c'è gente che pensa solo al denaro, al divertimento, che male c'è a eliminarli?" – "Ma sono esseri umani!" – "Sei sicura?". Allo stesso tempo però è tenero, dolce e desideroso di poter condividere anche lui un po' di felicità familiare. Certamente Chaplin ha preso spunto da lui per ideare Monsieur Verdoux.
Altro aspetto inquietante è la certezza di Charlie di essere una specie di gemella di suo zio, di avere un'affinità profonda con lui. Per questo per lei diventa una scoperta devastante quella della possibile doppia vita di suo zio. Il conflitto fra affetto, dovere e legame familiare trasformeranno Charlie da fanciulla sognatrice ad adulta amara e consapevole. In effetti anche lei sarà quasi costretta a essere quello che non vorrebbe essere, per sopravvivere.
Al termine il lieto fine ha l'aria quasi di un ripiego, di un male minore. E' dura per lei dover ammettere la sconfitta dei suoi sogni e poi brucia avere visto in faccia un pezzo di realtà "negativa" proprio attraverso una persona cara e familiare. Non potrà mai dimenticare.
Certamente anche noi non dimenticheremo questa piccola perla di film, con la seconda parte coinvolgente fino allo spasimo, con splendidi attori poco divi e molto "normali". Insieme a Sabotaggio è uno dei più riusciti thriller a sfondo familiare mai girati.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  26/11/2011 23:56:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ehi ma sai che Verdoux ricorre tantissimo nei film Usa d'epoca? O perlomeno il suo messaggio sociale. Suscitò tanto scandalo quel film di Chaplin e potresti trovare tanti altri film precedenti che parlano la stessa lingua ma in maniera più nascosta e meno corrosiva, magari
amterme63  28/11/2011 08:36:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' verissimo, hai proprio ragione. Solo che Verdoux esprime il concetto in maniera devastante e diretta, senza mezzi termini e mezze misure. E' il suo punto forte.