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3 DAYS TO KILL regia di McG

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sev7en     3 / 10  06/06/2014 08:22:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ethan Runner, agente della CIA, dopo aver scoperto di avere una malattia terminale, decide di ritirarsi per trascorrere i giorni restanti con la sua famiglia, ma l'Intelligence lo richiama per un'ultima missione e la speranza di vivere più a lungo, grazie ad una inedita cura sperimentale.

A 59 anni suonati il "regista, attore, produttore cinematografico e musicista rock statunitense" Kevin Costner torna davanti la macchina da presa per uno spy-thriller tra l'action e il melodramma familiare diretto da Joseph McGinty Nichol (McG).
Da un regista come McG che si è fatto le ossa con i videoclip musicali per poi imboccare la strada degli Studios con titoli quali Charlie's Angeles, Le ragazze del Coyote Ugly o anche Terminator Salvation non ci si aspetta di certo la profondità di un Nolan o la freschezza/dinamicità di quell'humor apprezzato in Mission Impossible e difatti con 3 Days To Kill non disattende le aspettative di chi, sfidando comunque l'umano spirito di preservazione, vuole vedere un film per farsi del male (e trovare qualcosa su cui inveire gratuitamente…).

Il lungometraggio, che tra gli sceneggiatori annovera anche Luc Besson, condensa in 1 ora e 40 minuti un caleidoscopio di interpretazioni del nostro Costner che spaziano dal comico al demenziale con una toccata e funga nell'introspettivo: abbiamo il solitario Robin Hood, che sacrifica la sua vita (erroneamente) per preservare quella di moglie e figlia; quella riflessiva fino all'autolesionismo di Dragonfly per un amore vissuto nel platonismo più assoluto; quella del Mr.Brooks con doppia vita che nonostante la scia di morti e la sensibilità mostrata "in cucina", è invece un cinico e improbabile killer. Mentre si assiste impotenti a questo "spettacolo" e alle sparate della platinata Vivi Delay, una indecifrabile Amber Heard, la storia prosegue alternando momenti di assoluto pragmatismo su quelli che sarebbero i veri pilastri della vita a cui tutti, in punto di morte, siamo ricondotti, a clip per scene d'azione montate in rapidamente, con il fine di suscitare stupore e coinvolgimento.
Purtroppo il flop è totale, una bocciatura sonora in grado di scuotere anche altre "istituzioni" di Costner come Trappola per un killer in quanto si fa fatica ad assorbire le troppe scene dedicate al rapporto tra padre e figlia, inutili, superflue e così mielose (una su tutte quella di insegnare ad una figlia che frequenta i night in scioltezza ad andare sulla bicicletta…) da far alzare paurosamente il tasso glicemico, ma anche, memori delle vere spie, a valutare come credibili le gesta del nostro quando in azione, poiché stucchevole, dalla battutina facile e dal grilletto infallibile.

Il principe dei ladri anche questa volta non è riesce a rubare il nostro cuore e continua a macchinare una carriera che, forse, avrebbe dovuto avere l'onore delle armi molte pizze addietro.