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IO CONFESSO regia di Alfred Hitchcock

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dobel     8½ / 10  27/06/2010 18:45:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Hitchcock maggiore, tanto per cominciare. Sicuramente il livello non è quello della 'Finestra sul cortile' o della 'Donna che visse due volte', ma siamo di fronte ad un'opera inquietante, sinistra, intelligente in cui un uomo è imprigionato nel proprio stesso ruolo sociale. Quello gli impone addirittura di andare incontro alla morte pur di non venir meno al proprio ufficio. Una cosa folle, si potrebbe pensare, ma assolutamente realistica. Inutile dire quanto la regia e la fotografia siano meravigliose (certe inquadrature della chiesa dal basso verso l'alto la rendono veramente inquietante come un castello di vampiri); esse costruiscono un'impalcatura tale da risultare un'analisi lucida e disincantata del male che è insito nell'uomo. L'educazione cattolica del regista fa capolino distintamente nel tratteggiare un contesto in fondo redentivo. La morte viene vista in tutti i film di Hitchcock come un inciampo del percorso, un accidente imprevisto. Si sa che la sua mania di pianificare ogni singolo particolare della vita raggiungeva vertici maniacali: la morte rappresenta l'imprevisto, l'elemento perturbatore, ciò che scombussola tutti i piani. Per questo in Hitchcock la morte è sempre violenta, perché è violenza ad un piano altrimenti perfetto. Questo è il succo dell'educazione cattolica del regista: tutto sarebbe perfetto se la morte non fosse li a metterci i bastoni tra le ruote. E la morte non è 'l'amica' che ti prende per mano come per il nostro Vincenzo Cardarelli, bensì la violenza, la stortura di una esistenza altrimenti perfetta. In questo film, almeno, i due complici hanno il tempo di chiedere perdono... ('il perdonatore mi avrà perdonato ogni cosa?', si chiedeva sul letto di morte un grande italiano...); e anche qui fa capolino il cattolicesimo hitchcockiano: l'efficacia del sacramento, come diceva Don Milani. A chi gli chiedeva perché non lasciasse la Chiesa dopo tutti i soprusi e i maltrattamenti ricevuti da essa, lui rispondeva: 'e chi mi potrà poi rimettere i peccati, allora?'