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IL SIPARIO STRAPPATO regia di Alfred Hitchcock

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amterme63     7½ / 10  16/03/2009 18:03:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tecnicamente è un film ineccepibile. Riesce a prendere lo spettatore e a emozionarlo come pochi altri film di Hitchcock. Il maestro lavora soprattutto sull'identificazione dello spettatore nel protagonista, il quale ha tutto quello che può "arruffianare" lo spettatore medio: bellezza fisica, intelligenza, virtù da cittadino perbene middle-class. Il personaggio femminile subisce il fascino di questa persona come noi tutti che guardiamo il film. Poi viene creata ad arte nello spettatore/compagna del protagonista una reazione di sorpresa dovuta ad un comportamente strano e misterioso del protagonista. In questa maniera, oltre all'identificazione emotiva, si provoca anche la curiosità, l'interesse, la voglia di sapere. Il "dissidio" dura però poco in quanto si svela quasi subito la vera causa dell'imprevisto voltafaccia e ciò non fa altro che esaltare ancora di più la figura del protagonista e renderlo ancora più amabile. Veramente viviamo in prima persona le sue avventure e tifiamo allo spasimo per lui. Il divertimento e il coinvolgimento sono così assicurati, nonostante le lungaggini e le prolissità frequenti. Da segnalare che le scene di lotta sono molto più cruente rispetto al passato.
Peccato però che dietro un congegno così efficace non ci sia una storia all'altezza o almeno qualcosa che dica di più di un semplice coinvolgimento emotivo in un protagonista idealizzato.
Il tema dello spionaggio è un classico dei film di Hitchcock. In passato però l'ha affrontato in maniera meno convenzionale e più sottile. Nel "Prigioniero di Amsterdam" ad esempio c'era chi faceva il doppio gioco e i caratteri erano molto più bilanciati. Le parti in gioco erano più sfumate e complesse. In "Notorius" il "cattivo" aveva una caratterizzazione più approfondita e umana e anche in "Prigionieri nell'Oceano" il cattivo era una personalità molto complessa. Qui ci si avvicina al modello dei cattivi del secondo "L'Uomo che sapeva troppo".
In questo film tutti i rappresentanti del mondo oltre cortina soffrono di forzature negative. Ci si trova davanti a due modelli: il ligio e lo zelante (e ce n'erano veramente tanti, anzi la maggioranza se si accetta il quadro fornito dal film) e l'oppositore segreto (in genere buono, dalla faccia simpatica, oppure psicologicamente distrutto dal regime come nella un po' forzata contessa polacca). Insomma c'è una separazione netta fra buono e cattivo come in genere non si vedeva nei film di Hitchcock.
Tra l'altro la sceneggiatura mostra molti punti deboli. Armstrong si vede fin dall'inizio che fa il doppio gioco, proprio per la scarsa convinzione con cui perora le nuove idee. Insomma Hitchcock non vuole urtare la sensibilità prodotta in Occidente dalla guerra fredda, creando un film che non dia un quadro netto e definito delle parti in gioco.
Si vede che stavolta Hitchcok ha voluto andare proprio sul sicuro visti gli scarsi successi dei film precedenti. Missione riuscita a metà. Il film è tecnicamente ottimo ma non si caratterizza particolarmente dagli altri film di genere.
amterme63  16/03/2009 18:04:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho sbagliato. Volevo dare 7