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TOPAZ regia di Alfred Hitchcock

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amterme63     7 / 10  29/03/2009 13:04:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L’agente segreto professionista secondo il cinema di Hitchcock. Intanto, rispetto ai film di James Bond, non è un atletico e raffinato viveur, ma un padre di famiglia borghese con tutti i problemi etici (corna matrimoniali) che comporta questa istituzione. L’accento non è posto sulle avventure esteriori, sui fatti in sé, ma sui comportamenti interiori delle persone. Ci sono alcune scene in cui stiamo con il fiato sospeso sulla sorte dei personaggi o sull’esito di un certo piano, ma la maggior parte del film è occupata da lotte etiche sia politiche che sentimentali.
Il nucleo principale del film è di natura politica. Si tratta probabilmente del film più politico di Hitchcock. Una politica fatta però di fede e appartenenza che non viene spiegata o analizzata. Si è così e basta, e questo è un grosso limite. Fino ad ora Hitchcock si era tenuto nei suoi film di spionaggio, su di un piano generico, proprio per tenere le vicende come scuse per imbastire una vicenda che colpisse lo spettatore nel suo sentirsi coinvolto e sulle spine. Qui invece si citano fatti e persone storiche e quindi ci si aspetterebbe una maggiore analisi di questi fatti. Il loro uso strumentale per un semplice film d’azione e suspence sminuisce molto la cornice, ne fa qualcosa di schematico e superficiale che non aiuta ad apprezzare il film.
C’è poi un’adesione a priopri al punto di vista americano, anche se gli altri punti di vista non vengono del tutto svalutati. Infatti, la migliore interpretazione, secondo me, è quella del comandante cubano. L’attore (con i suoi profondi occhi azzurri e le espressioni molto vere e sentite) riesce a dare un quadro molto affascinante e comprensibile del suo personaggio, anche se appartiene alla parte “avversa”. Meno bene invece la parte francese, dove non si riesce a far capire perché tutti facciano il doppio gioco, chi per l’America e chi per i Sovietici. Solo Noiret riesce a dare un notevole spessore emotivo e psicologico al suo inspiegato personaggio.
I ruoli sono insomma troppo determinati e precisi e ciò toglie tutta quella suspence che c’era in film precedenti in cui non esistevano certezze assolute su nessuno dei personaggi in gioco.
Rimane comunque un film godibile e ben fatto, con alcune scene di pregio, anche se testimonia la difficoltà di Hitchcock ad adeguarsi ai nuovi standard filmici degli anni Sessanta. Comunque Alfred non è uno che si dà per vinto o che si abbatte. Il suo talento, la sua capacità, l’inventiva e la finezza rappresentativa non è mai stata messa in discussione, anche nei suoi film peggiori e meno riusciti.