caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM regia di Alfred Hitchcock

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento wega     7 / 10  07/12/2008 15:09:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon film di spionaggio di Alfred Hitchcock anche se sì, è un' opera minore di un regista che qui, rispetto a qualunque altro suo film, ne sottolinea l' amore per il pubblico e ne dichiara lo scopo commerciale: la sequenza della pioggia con gli ombrelli ripresa dall' alto, è funzionale più all' occlusione visiva dello spettatore, piuttosto di un reale ostacolo per chi si ritrova a rincorrere, ed una salvezza per chi si ritrova a scappare. La produzione è del 1940, ancora i tempi d' oro del cinema, dove tutto veniva suggerito e girato senza maiuscole, dove bastava l' inquadratura di un posto vuoto a tavola -probabilmente anche grazie all' attitudine espressionista di Hitchcock- per evocare quel senso di pericolo imminente di chi quel posto lo doveva occupare, in questo caso l' anziano Van Meer. Interessante è che la pellicola esprima fedelmente l' atmosfera e lo spirito di quel periodo, a poco tempo dallo scoppio della guerra, il film coincide con quei momenti. Sceneggiatura abbastanza convenzionale dove non mancano però soluzioni eccezionali, sia di narrativa, come la già citata sequenza degli ombrelli, sia di creazione della suspense come Hitchcock ci ha sempre abituati. Come seconda pellicola americana, questa risente ancora del periodo inglese, con una costante verve ironica che rende davvero piacevole tutta la visione(curioso, l' unica sequenza simpatica di Argento vista l' altro giorno, i due vecchietti che rinunciano di attraversare la strada dopo due tentativi, è presente proprio qui, anche se di anziano ce n'è uno solo). Analogie con "Intrigo nazionale" e le strutture care al regista come lo scambio di persona, le inevitabili conseguenze romantiche, l' utilizzo di un nome fasullo o il tentativo di eliminare il protagonista, e più specificamente, con il film del '58, ad esempio l' evasione del protagonista stesso dalla finestra di un hotel con l' entrata ambigua in un' altra camera, come successe a Cary Grant. E con questo sono 42 del Maestro, mica sto qui a girarmi i pollici tutto il giorno.