Macs 7½ / 10 24/03/2015 22:09:34 » Rispondi Ci ho pensato molto prima di commentare questo "film". Bisogna vederlo, rivederlo, lasciarlo sedimentare. Penso di aver trovato una chiave di lettura, anche se non mi convince in ogni dettaglio. Di sicuro c'è che il film vuole essere chiaramente un "mindfucker" e disorientare lo spettatore, mandarlo in confusione a interrogarsi su domande che non possono trovare tutte una risposta. In effetti il caos sarà un "ordine non ancora decifrato", però qui Villenueve raggiunge il limite di quanto si possa tirare la corda con la sfida allo spettatore. Diciamo che le scene in cui Adam e Anthony comunicano o sono insieme, non fanno testo in quanto il loro livello di realtà è inaffidabile. Gli unici reality check di cui disponiamo, per provare a decifrare il caos, sono quelli in cui altri personaggi intervengono e interagiscono con i nostri "protagonisti": la madre, Helen, Mary. Specialmente certe frasi e atteggiamenti di Helen risultano molto utili. Ad ogni modo, rimane il mistero del doppio nome del protagonista; un altro elemento difficile da decifrare è il piano temporale del film: gli eventi che interessano i "due", sono essi eventi contemporanei, o le due versioni di Gyllenhaal si riferiscono a epoche diverse? Infine, un plauso per la fotografia giallastra molto adatta, e per l'eccellente colonna sonora (o dovrei dire "rumorosa"), e la simbologia aracnidea sparsa ovunque. Un film da rivedere ancora, apertissimo a plurime interpretazioni: era questo l'obiettivo (dichiarato) di Villenueve, e l'ha centrato perfettamente. Gyllenhaal mostruoso, come i ragni che vede dappertutto.
Di sicuro il buon Gylle soffre di disturbo bipolare. Ma il punto è... come fa a vivere due vite così distinte contemporaneamente? Come mai, se le vite dei due Gylle sono contemporanee, sua moglie si stupisce che lui insegni storia, e sotto il nome di Adam Bell? E non si alteri per il fatto che suo marito trascorra un sacco di notti fuori casa? E poi il problema del nome: sua moglie lo chiama Anthony, sua madre Adam. Il fatto che la Rossellini gli dica di dimenticarsi della fantasia di voler essere un attore di terz'ordine, dimostra che c'è un solo Gylle e che lui sta semplicemente vivendo uno sdoppiamento di personalità in cui combatte l'altro sé come un "enemy" - pur rimanendone affascinato e essendone attratto magneticamente. Proietta tutto quello che vorrebbe eliminare da sé dentro l'immagine di Anthony, creando un doppio in un processo dissociativo in cui quando prende le "sembianze" dell'altro, vive una vita separata e non comunicante.