Una spirale inchiostrata per scandire gli anni sulla pelle. Al quindicesimo tatuaggio Taesu ritorna all' aria, all' altro, all' oggetto del desiderio. Cerca, rievoca, e rievocando punisce, col suo fumettistico martello. In un piano sequenza da gioia ventrale, sfonda un muro umano, lo rende orizzontale. Ipnoticamente (geneticamente) si innamora; di una solitudine acerba, ragazza col mascara sciolto dal pianto, passeggera di un treno kafkiano. Taesu nuota dentro Mido, poi le asciuga i capelli come fosse la sua bambina. Scopertala davvero figlia, sacrifica a Wujin l' organo imperdonabile, lingua di cane tragicamente distratto. Wujin e la sua lentissima detonazione d' odio sono giunti all' ultimo guizzo di polvere. Taesu no, ama troppo la vita, anche se è quasi tutta rimpianto, e granelli di felicità che provocano frane immense. In un luogo che la neve ha privato di identità e memoria, anche gli affetti ritrovano una dimensione assoluta, bianca, senza confini. Le parole pronunciate da Mido cristallizzano il più inalienabile dei sentimenti. Scrivono, con "Ferro3", un miracolo tutto coreano.
pier91 07/03/2013 19:46:19 » Rispondi :) L' ho rivisto ad un cineforum, ho potuto cogliere altre cose e mi è piaciuto ancora di più. Ho scovato il tuo personalissimo commento... anche io credo che Oh Dae siamo tutti noi. Comunque, non manca molto per "Stoker", il nuovo di Park. Lo attendo con ansia, speriamo bene.