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IL PRETORE regia di Giulio Base

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  23/10/2014 10:15:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sapida tragicommedia estranea ai toni raffinati e ironicamente cinici di cui il romanzo di Piero Chiara intitolato "Il pretore di Cuvio" è intriso.
L'esigua aderenza al materiale originale ha indotto buona parte della critica a storcere il naso, in realtà la rilettura cinematografica di Giulio Base trasmessa attraverso un'impostazione grottesca ai limiti del parossismo -offerta dal bravo ed allegramente invadente Francesco Pannofino- è tutt'altro che indegna, piuttosto adatta nel mettere alla berlina la mediocrità di certi poteri forti, inadempienti nel supporto al cittadino a meno che questi non sia un'autorità o abbia qualcosa da dare in cambio.
E nel caso del pretore la merce di scambio è sempre il sesso, essendo questi un satiro insaziabile uso a condividere il talamo con qualsiasi donna disponibile.
Nell'ameno paesotto lacustre in cui svolge (per modo di dire) la sua professione i cornuti si sprecano, mentre la moglie ignorata da ben sette anni si macera nell'anoressia e nella depressione. L'arrivo di un giovane avvocato scambiato prima per omosessuale e poi per impotente sconvolgerà decisamente il quadro d'insieme.
Non ci vuole un genio per intuire dove si andrà a parare, la pellicola però resta piacevole, con il libertino sempre più distratto da aspirazioni teatrali di matrice bocaccesca, e ovviamente dalle grazie della florida fauna femminile, mentre il suo dorato mondo comincia a vacillare.
Base lavora con cura su ambienti, colori, costumi e panorami senza esagerare con stucchevoli immagini da cartolina (siamo sul lago Maggiore, a Luino) riportando bene l'ambiente provinciale pur mancando una decisa caratterizzazione dialettale.
Bene gli attori: Pannofino è tanto esagerato quanto la Maestri (luinese doc, tra i produttori del film) è contenuta con grazia, buono anche l'apporto dello semisconosciuto Mattia Zaccaro Garau. La cornice è fatta di volti più o meno noti tra cui le redivive Deborah Caprioglio ed Eliana Miglio, quest'ultima in versione femme fatale.