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LA CADUTA - GLI ULTIMI GIORNI DI HITLER regia di Oliver Hirschbiegel

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paride_86     5 / 10  03/02/2009 03:40:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La caduta" di Oliver Hirschbiegel ripropone lo stesso errore di Mel Gibson ne "La passione": a che serve prendere un piccolo frammento di una complessa storia e riportarlo sullo schermo? Quale valore interpretativo gli si può dare?
Di nazista ne "La caduta" ci sono solo le divise e i baffetti di Ganz, per il resto il vuoto totale: della mentalità nazionalsocialista nessuna traccia, dell'odio razziale contro i non appartenenti alla razza ariana solo qualche blando riferimento. In questo film si vede soltanto l'"eroica", disperata e sofferta resistenza di un regime nei suoi ultimi giorni. Ma per come è raccontato poteva essere un regime qualsiasi, allo stesso modo in cui il Cristo di Gibson poteva essere un qualunque prigioniero romano crocifisso.
Quando si vanno a raccontare storie che hanno molteplici significati (morali, sociologici, storici, politici ecc) non si può prenderne una piccola parte (per esempio "la caduta", ma poteva anche essere "la nascita" o "i campi di concentramento") e raccontarla interamente con piglio verista, rimandando allo spettatore tutto il background storico-culturale.
Infatti per lo spettatore che non sapesse nulla del nazismo e di Hitler questo film sarebbe soltanto il racconto di un'eroica resistenza, popolata di convinti sostenitori pronti a togliersi la vita piuttosto che finire in mano nemica. Racconto molto televisivo che, a dir la verità, dura troppo e finisce per risultare pesante.
Ammirevoli, comunque, le interpretazioni di tutti gli attori, ma soprattutto quella di Gaunz, che restituisce finalmente a Hitler un volto privato e umano.