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PRISON BREAK - STAGIONE 1 regia di Michael Watkins, Brad Turner, Randall Zisk, Robert Mandel, Jace Alexander, altri

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8½ / 10  02/06/2014 17:23:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Serial che ha pagato il suo inaspettato successo, 13 le puntate previste, prolungate a 22 e infine trascinate dagli ascolti verso un prevedibile controindicamento che ne ha causato il deterioramento di qualità in 4 stagioni.
La 1° stagione ad un occhio smaliziato mostra già i difetti che in futuro potrebbero portarla alla deriva tuttavia è gestita bene, impossibile affermare il contrario, tutti i pezzi del puzzle vanno a combaciare negli spazi e nei tempi giusti, ritmi sostenuti ma eventi dilatati senza per forza dare l'idea di riempitivo. Un climax tensivo che si snoda in un'esemplare season final, e 2-3 personaggi che riescono ad empatizzare nonostante la scarsezza recitativa del cast. Il protagonista è di una mollezza impressionante, il fratello idem, ma si sopportano perchè gli eventi fan risaltare i loro personaggi, vivono di luce riflessa, ma nel susseguirsi delle stagioni si scorge una pochezza espressiva imbarazzante.
Seppur il contesto possa rammentare un serial alla 'OZ' che ti permette di scavare, di vivisezionare con una certa profondità psicologica gli umori, gli stati d'animo dei detenuti, la violenza perpetrata, gli sfoghi di rabbia, le pulsioni sessuali, le rivalità tra bande e tra razze, è diametralmente opposto, si tratta di un serial che fa appello all'azione, ammicca al colpo di scena (nella 4° vive solo di quelli), il montaggio serrato è alla '24', il cliffhanger adottato in maniera pertinente, e poi 2 attori che fan capire che in questo serial c'è spazio anche per recitare per fortuna ci sono, Stormare e Knepper, quest'ultimo poi con il personaggio peggiore, pedofilo disgustoso, finisce con l'essere persino over al pubblico finchè non viene ridotto ad una macchietta di se stesso nelle successive stagioni.
Ribadisco, magnifico il season final, sono le 2-3 puntate migliori di tutta la serie, la 2° stagione raccoglie i frutti dell'epilogo della precedente, riuscendo ad alimentare e sostenere per le prime 6-7 puntate il parossismo tensivo dato dalla sorte cinica che s'infrange uno dopo l'altro sui detenuti, lo spettatore è portato a non annoiarsi.
Poi nella 2° subentra un altro ottimo attore, lanciato da Mann, ad assurgere (oltre che a monopolizzare la scena) ad antagonista della stagione.