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THE WALKING DEAD - STAGIONE 4 regia di Frank Darabont, Michelle MacLaren, Gwyneth Horder-Payton, Johan Renck, Ernest Dickerson, Guy Ferland, altri

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     5 / 10  13/10/2014 18:50:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fatto fuori Mazzara dentro Gimple e la serie è punto a capo. L'impressione che dà è quella di deambulare zombescamente tra il tono intimistico di Darabont e i salti narrativi di Mazzara, una via di mezzo che senza tanti fronzoli non ha funzionato.
La vita alla prigione è radicalmente cambiata, ma è solo il preludio ad un virus pandemico che dimezzerà i rifugiati, chi sopravviverà dovrà vedersela col Governatore 2.0.

La serie raramente ha preso in costume i flashback, e infatti il sapore che han lasciato i personaggi è di assoluta incompiutezza, una Michonne rivisitata più volte in questa quarta stagione dà l'idea come alcuni di questi protagonisti che ci portiamo dietro da 3-4 stagioni non siano altro che figure bidimensionali, della quale conosciamo poco, per il Governatore si fa eccezione, addirittura spendendone 2 di episodi a cavallo del mid-season finale ad interrompere bruscamente la storyline del virus.
Perplessità a parte il compito è riuscito egregiamente, il Governatore finalmente appare un personaggio solido (pregevole anche la battuta 'Well I'm a pirate. No way' per una serie che non ha mai fatto dell'ironia un suo punto di forza, oppure la narrazione fuori campo che accompagna il tragitto del suo peregrinare), ma con colpevole ritardo, salvo poi stroncarlo immediatamente dopo, scelta abbastanza allucinante, tanto valeva anticiparla alla terza stagione chiudendo in maniera sacrosanta la storyline del Governatore.

Metà stagione senza passi in avanti, è solo il preludio ad un annaspare nel vuoto cosmico, da febbraio in poi Gimple tocca il fondo.
Pur vero che la combriccola di TWD avvince nel momento in cui il gruppo è in movimento, ma il criterio su cui si basa la 2° parte di stagione è osceno, riassumibile in prendiamo 2 personaggi per volta, li costruiamo (anche tramite flashback ma anche l'analessi deve essere un minimo pertinente nell'economia narrativa del presente altrimenti risulta un tappabuchi o poco altro), dilatiamo il tragitto al Terminus, un paio di zombie nel trituracarne e portiamo a casa anche la quarta stagione.. senza nessun accenno alla Big picture.
Qualcosa di buono viene fatto, Carol non si sa come è l'unico personaggio femminile uscito bene dalla penna degli sceneggiatori, un'evoluzione notevole se si pensa i disastri fatti sulle colleghe.