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THE WALKING DEAD - STAGIONE 3 regia di Frank Darabont, Michelle MacLaren, Gwyneth Horder-Payton, Johan Renck, Ernest Dickerson, Guy Ferland, altri

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Terry Malloy     8½ / 10  19/06/2015 20:15:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Benvenuti a Woodbury. Un setting, se possibile, ancora peggiore della fattoria di Hershel. Benvenuti nelle lande moralmente desolate del Governatore, a torto considerato un grande personaggio della serie e della serialità americana. Temo che per TWD non si possa giudicare la qualità televisiva allo stesso modo di come la si giudica per opere creativamente feconde come GOT, come Mad Men, come Sopranos o anche una Ray Donovan. Qui il discorso è diverso. E se non lo si accetta lo capisco. A volte giudichiamo un'opera interessante perché ci colpisce in maniera singolare, senza particolari meriti artistici (ripenso a quella fantastica recensione alle confessioni di De Quincey, contenuta nei Paradisi Artificiali di Baudelaire). O forse siamo guidati dall'azione, che si dipana mirabilmente mentre siamo catturati da quel particolare spazio vuoto prospettico, che Gombrich definirebbe come necessario all'attivazione del meccanismo illusorio e che da sempre è la sedentarietà (per le opere di finzione). Mentre io e la mia donna guardiamo TWD ne siamo inevitabilmente catturati, affascinati, e anche infastiditi. Perché sì, è vero, TWD è scritta male. Non è un continuum tematico definito. Non è realismo spinto à la Mad Men, non è nemmeno una decalcomania fantastica come GOT, o una storia dagli implacabili risvolti morali come Ray Donovan. O una raffinata ripresa della migliore letteratura europea come Sopranos, The Wire o Six Feet Under. E' un prodotto altro. E sono arrivato a giudicarlo per quello che penso sia. Un'universale opera apocalittica. I personaggi di TWD sono stereotipati, poco interessanti, non sono carismatici, in TWD non troverai un Tyrion Lannister o un Mickey Donovan. Perché TWD è forse la serie più realistica che ci sia. Sono persone normali, strappate a vite banali, provinciali, antecedenti alla finzione cinematografica dell'invasione zombie. Sono zombie ancora normali, come le mandrie da cui scappano. Sono il mondo di oggi, e il mondo che è sempre rimasto fuori dalla letteratura, perché la letteratura (come diceva Wilde) vive di qualcosa che non è riassumibile con schematismi realistici, ci racconta qualcos'altro, qualcosa che non esiste e da cui siamo inevitabilmente determinati proprio in virtù di questa natura aliena e in qualche modo incredibilmente accattivante. Con la parziale eccezione di Darryl, non c'è un personaggio di TWD che ricordiamo come significativo. Ognuno si gioca una partita con i mezzi che ha e la retorica buonista (o suprematista, o pseudo-moralista) di cui è infarcita da quando è stato messo al mondo. Ognuno reagisce al mondo semplificato che Kirkman ha inventato per loro. E sono reazioni goffe, improbabili, noiose o prevedibili. Ma TWD ha il fascino di un'impresa fuori dal comune. Un'impresa senza limiti, inesauribile, come le Mille e una notte, è una storia a cui aggiungiamo pezzi mentre ce la raccontiamo davanti al fuoco, avvolti nelle coperte, con la stranezza di non capire chi siamo veramente, con gli improbabili e deludenti accostamenti che subiamo nel meccanismo autotrasportante della vita, e tutto è sostituibile, nulla ha una logica, ma instancabilmente ci troviamo a crearcela, a creare gruppi umani, a tentare di identificare, di creare confini geografici (lo diceva Edward Said), di giudicare le azioni altrui, e il modo che hanno gli altri di vivere nel mondo. E tutto ciò è scoraggiante, noioso e prevedibile proprio perché vero, reale, immanente, come un sogno kafkiano, e la letteratura era nata proprio per evitare questa noia. Ma Kirkman ha rivoltato il paradigma, affermando una volta per tutte che anche la noia dell'esistenza umana può divenire l'oggetto finale di un'opera sconclusionata e temeraria come TWD. Gogol' avrebbe storto il naso, ma in fondo apprezzato.
Neurotico  20/06/2015 11:34:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un commento così colto forse TWD 3 non se lo meritava, ma vuol dire che ti è proprio piaciuta. A breve riprenderò il "rewatch" della serie riprendendo la seconda parte della quarta stagione, in cui si ritorna a vagabondare disperatamente nelle lande dell'apocalissi.
Terry Malloy  22/06/2015 11:38:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ovviamente è un giudizio su tutta la serie, anche se la terza finora è la mia preferita: diciamo che sono riflessioni che ho sviluppato mentre la guardavo. Riguardo ai riferimenti aulici, sono solo esempi per spiegare meglio cosa intendo, un buon esempio è sempre meglio di dieci concetti astratti. Ti ringrazio comunque!